Loredana Bertè a The Voice Senior, il talent show di Antonella Clerici. La rocker torna a sedersi nella giuria del talent show musicale dedicato ai talenti over, ma delle pagine di Vogue ha raccontato quanto la moda sia stata importante nella sua carriera di performer ed artista. “Per me è sempre stato un must abbinare il look a ogni periodo della mia carriera. Vestivo le canzoni che cantavo” – ha detto la cantante che ha poi ricordato la sua partecipazione al Festival di Sanremo 1986 con tanto di finto pancione in bella vista. “Quel Sanremo proprio non fu capito, io volevo portare sul palco una donna incinta per dichiarare che una donna quando è in stato interessante non è malata ma è più forte che mai: sta per dare alla vita un altro essere umano, è un prodigio della natura. Nessuno afferrò il concetto, solo Sting che mi vide e disse: “Wow! That’s amazing” – ha rivelato la cantante.
I suoi abiti sono sempre stati un cult attirando critiche e complimenti e facendo naturalmente discutere. “Sai, tante cose non le ho più” – ha confessato la Bertè a Vogue precisando – “non ascolto mai le mie canzoni e non sto a riguardarmi gli abiti. Alcuni li conservo ma tanti altri li ho regalati. Pensa che l’abito di Sanremo con la pancia lo regalai alle ragazze del centro sociale Leoncavallo di Milano. Pensai che avrebbe potuto essere utile per non farsi caricare dalla polizia fingere di essere incinte”.
Loredana Bertè e la collaborazione con Luciano Ligabue
Loredana Bertè nella sua carriera ha collaborato con tantissimi cantautori ed artisti. Tra questi c’è anche Luciano Ligabue che ha scritto per lei il brano “Ho smesso di tacere”. ” È una canzone contro contro la violenza sulle donne, che sia psicologica, mentale o fisica” – ha sottolineato l’interprete che in passato è stata vittima di violenza ed abusi. Proprio la Bertè, infatti, ha aggiunto: “ogni 6 ore c’è un uomo ammazza una donna, io adesso ho smesso di tacere”.
Non solo, dalle pagine del Corriere della Sera ha rivelato come è nata la canzone di Ligabue: “Ho smesso di tacere” è una perla struggente che Ligabue mi ha regalato, dove si parla di violenza. Una canzone scritta da un uomo che ha tirato fuori una sensibilità inaspettata. Quando l’ho cantata piangevo perché la sento in maniera personale: ho alle spalle un’esperienza che mi è capitata a 16 anni e di quella violenza porto ancora i segni perché non si finisce mai di portarli”.