Il dramma di Marco Giallini
Marco Giallini è un noto attore italiano, il quale ha avuto un successo davvero strepitoso in tutti questi anni. È stato candidato per ben tre volte ai David di Donatello e ai nastri d’argento, premio che ha vinto per tre volte con il film “Acab All Cops Are Bastard”, “Tutta colpa di Freud” e “Perfetti sconosciuti”. Nel corso della sua vita Marco Giallini sicuramente ha vissuto dei momenti di grande felicità e di tanta soddisfazione, ma anche di grande dolore. Purtroppo qualche anno fa ha vissuto una vera e propria tragedia familiare visto che la moglie Loredana è venuta a mancare prematuramente e improvvisamente proprio davanti ai suoi occhi. Scomparsa all’età di 48 anni, era coetanea del marito. I due stavano insieme da tantissimi anni e nel corso della loro vita erano diventati genitori di due splendidi bambini ovvero Rocco e Diego. Il primo è nato il primo ottobre del 1998 mentre il secondogenito è arrivato il 13 novembre 2005.
Com’è morta Loredana, moglie di Marco Giallini?
Sembra che Loredana Giallini non fosse malata e proprio per questo la sua morte è stata del tutto improvvisa. Un giorno improvvisamente mentre stava parlando con il marito e pronti per andare a trascorrere un weekend fuori casa, Loredana avrebbe lamentato un fortissimo mal di testa e si è accasciata al suolo. La donna si è sentita male ed ha perso i sensi proprio davanti agli occhi increduli dell’attore. La donna è venuta a mancare per una emorragia cerebrale. Marco Giallini non ha mai dimenticato la moglie e dopo la morte di Loredana si è fatto tatuare anche un cuore sull’anulare sinistro simbolo del loro legame. L’attore ricorda così quel tragico momento: “Da un paio di giorni aveva un fortissimo mal di testa, ma vai a pensare…Lei e i bambini stavano per partire per il mare, sarebbero rimasti in vacanza un paio di mesi. Invece, ha chiuso gli occhi e mi si è accasciata fra le braccia mentre chiacchieravamo. Io le parlavo all’orecchio, ma mi sono accorto che parlavo da solo e ho maledetto Dio. Ha vissuto altri due giorni, ma senza riprendere conoscenza. Se non lo provi non lo puoi capire”.