Loredana è la moglie morte di Marco Giallini, l’attore romano di tanti film e serie tv di successo. La sua vita è stata brutalmente scossa nel luglio del 2011 quando si è ritrovato, dalla mattina alla sera, a dover dire addio alla sua amata compagna di vita Loredana. Un momento terribile che l’attore non ha mai superato del tutto. Ancora oggi, infatti, il dolore e l’assenza della moglie si fanno sentire nella sua vita. In diverse interviste il volto della fiction “Rocco Schiavone” ha parlato della morte della moglie confessando: “quando sto solo e qualcosa non va, dico: eh amore mio. Alla fine, io sto in lockdown da quando è morta Loredana. Il dolore non passa, ti dimentichi un po’ la voce”.



Un dolore che non lascia mai. Così Marco Giallini parla della morte della moglie Loredana conosciuta in un locale di Roma. Una morte improvvisa e prematura, visto che la moglie aveva soli 40 anni quando è scomparsa a causa di una emorragia cerebrale. Intervistato dal Corriere della Sera, l’attore dopo la morte della moglie non ha cercato più alcuna compagna: “ma di chi? Ma perché? Innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una”.



Marco Giallini: “con mia moglie Loredana eravamo legatissimi”

Marco Giallini è ancora perdutamente innamorato della moglie Loredana morta all’età di 41 anni a causa di una emorragia celebrale. “Eravamo legatissimi. Lei faceva gli gnocchi, i ravioli a mano. E io tornavo sempre a casa. Era mia madre, mia moglie, tutto” – ha confessato l’attore con la voce rotta dall’emozione al Corriere della Sera che improvvisamente si è trovato costretto a dirle addio. “Se ne è andata dalla mattina al pomeriggio senza che io le abbia potuto dire neanche ciao” – ha detto Giallini che ancora oggi non se ne fa una ragione.



“Il dolore era troppo” – ha ricordato l’attore di Rocco Schiavone che ha aggiunto – “il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi capisci che morire è prassi. Ma non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie. Ma non sono l’unico a cui è successo. Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv”.