«Quella di oggi – ha spiegato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nella conferenza stampa di questa mattina – è un’indagine dove si dimostra il rapporto diretto tra ‘ndrangheta, imprenditoria e politica. Epicentro di tutto è l’imprenditore Gallo, una persona eclettica che lavorava su più piani, che si muoveva con grande disinvoltura quando aveva di fronte lo ’ndranghetista doc, l’imprenditore o il politico».
Il caos politico generato dalle inchieste e successive dimissioni di Lorenzo Cesa viene affrontato dal magistrato davanti alle diverse domande dei cronisti: «l’aggancio con la politica, attraverso Tommaso Brutto ex consigliere comunale di Catanzaro e il figlio Saverio, assessore comunale a Simeri Crichi. Attraverso i Brutto, Gallo riesce ad agganciare l’onorevole Talarico che aveva la necessità di candidarsi alle politiche del 2018». Dopo i diversi legami – tutti da dimostrare ovviamente – tra le cosche e gli uomini della politica calabrese, Gratteri aggiunge «questa indagine non riguarda solo questo, ci sarà un successivo incontro a Roma tra Gallo e Cesa, un pranzo nell’estate del 2017 per avere un aiuto sugli appalti di respiro nazionale. In questa indagine troverete inoltre decine e decine di imprese che servono solo per riciclare, false fatturazioni e molto altro». Contattato poi dal giornale Radio Rai, il magistrato conferma l’accusa di associazione a delinquere aggravata da metodo mafioso per l’ormai ex segretario nazionale dell’Udc, sottolineando «Francesco Talarico (segretario regionale dell’Udc, ndr) organizzo’ nel 2017 un pranzo a Roma – dove c’era anche Cesa – per discutere l’aiuto all’imprenditore calabrese Gallo per aggiudicarsi appalti con riferimento a imprese di pulizie».
INDAGATO E DIMISSIONARIO LORENZO CESA (UDC)
Notizia clamorosa che sconquassa la politica nei giorni già caldissimi della crisi di Governo: Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc (Unione Di Centro) è stato indagato dalla Procura Distrettuale di Catanzaro per presunti legami con il mondo della ‘ndrangheta. È in corso da stamane, come spiega l’Ansa, sull’intero territorio nazionale una maxi operazione contro le cosche ‘ndrine denominata “Basso Profilo”: impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero.
Cesa risulta coinvolto e indagato per concorso esterno in associazione mafiosa – fonte il Corriere della Sera – nell’ambito della maxi operazione che parte da fatti contestati nel 2017: l’abitazione a Roma del parlamentare centrista è stata perquisita stamane dalle forze dell’ordine su disposizione della procura di Catanzaro. Alle agenzie che lo hanno contattato, Cesa ha confermato le indagini e ha dichiarato: «ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente». Per il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra «Sono decine e decine gli ordini d’arresto, quasi 100 milioni di euro il valore dei beni sequestrati». Coinvolte molte delle cosche della ‘ndrangheta (“Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, font Ansa) e arrestato anche l’assessore al Bilancio della Regione Calabria, Franco Talarico, dell’Udc.
LE ACCUSE AL SEGRETARIO UDC E LE PRIME REAZIONI
Dopo l’indagine però giunta tra capo e collo, Lorenzo Cesa decide un passo importante e non consueto: «ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato». Negli ultimi giorni Cesa e l’Udc sono tornati sulle prime pagine di tutte le cronache politiche per la partecipazione attiva ai vertici del Centrodestra (assieme a Lega, FdI, Forza Italia, Cambiamo! e Noi con l’Italia) e per le “voci” che lo davano insieme agli altri Udc come in procinto di entrare tra i “responsabili” in sostegno al Governo Conte. Nelle votazioni di fiducia però Cesa è rimasto fedele al Centrodestra e un solo giorno dopo giunge la notizia dalla Procura: «Il solito schema è partito», è il tweet molto polemico di Guido Crosetto (Fratelli d’Italia) in merito allo “schema” della magistratura a “orologeria” più volte condannato come “metodo” dalle forze di Centrodestra.
Forze tra l’altro tra le prime a reagire alle dimissioni e indagini su Lorenzo Cesa:«È sempre stato un galantuomo, non doveva dimettersi perché essere indagato non significa perdere dignità e credibilità», è il primo commento di Gianfranco Rotondi (Democrazia Cristiana), che poi aggiunge «Lorenzo Cesa è un galantuomo, lo conosco da decenni e sulla sua onestà metto la mano sul fuoco. Suppongo che la sua iscrizione nel registro degli indagati sia un atto dovuto in quanto segretario che ha presentato le liste udc in Calabria, al cui interno erano gli arrestati. Per fortuna Gratteri è un magistrato autorevolissimo e stimato per la sua autonomia,s ono dunque sicuro che la vicenda si chiarirà in tempi rapidissimi». «Riconosco a Cesa la nobiltà di un gesto non scontato come le dimissioni da segretario Udc, metto in guardia però che è solo l’inizio di una indagine», spiega Giorgio Mulé (Forza Italia) intervenendo a Rai News 24 questa mattina. Candidato alle elezioni politiche del 2018 e a quelle europee del 2019, Cesa era risultato in entrambi i casi non eletto: al momento dunque non gode di alcuna immunità parlamentare.