Nella lunga intervista rilasciata a Oggi è un altro giorno, Alessio Boni ha parlato della nascita del figlio Lorenzo e della sua esperienza da padre: «Non saprei dire che tipo di papà sono. Vorrei essere dolce e presente ma col pugno duro. Ma questo ti guarda, ti sorride e ti scioglie come un ghiacciolo al sole».
Alessio Boni ha poi ricordato: «Lui è nato il 22 marzo e il 18 marzo erano passati i camion con le bare a Bergamo. Io ho vissuto una dicotomia: l’amore più grande e fuori la morte. Io chiamavo a Bergamo e avevamo perso tante persone. Mi sentivo in colpa quasi a gioirne, è stato strano». (Aggiornamento di MB)
Lorenzo, il figlio di Alessio Boni e Nina Verdelli
Il 22 marzo 2020 Alessio Boni e la compagna Nina Verdelli sono diventati genitori di Lorenzo. Il bambino è nato, in pieno lockdown, quando l’attore de “La compagnia del cigno” aveva già 53 anni. “Quando è nato Lorenzo ho visto nei suoi occhi una sorta di eternità. Ho capito che cosa intendeva Omero con gli dei: tramandare le sorti del futuro di padre in figlio è una specie d’immortalità. Con lui ho uno scambio profondo, potente, ancestrale che muta di giorno in giorno”, ha confessato Boni a Vanity Fair. Lo scorso settembre, in occasione del Festival di Venezia, Boni ha sfilato sul red carpet insieme alla compagna Nina Verdelli e al piccolo Lorenzo: “È stata una cosa semplice, è venuto fuori il senso di famiglia”, ha spiegato l’attore a Francesca Fialdini, nel programma “Da noi… a ruota libera“, rispondendo a chi ha criticato il gesto di sfilare con un bambino così piccolo. Tra i motivi anche la paura di lasciare il figlio a delle persone estranee in tempo di Covid.
Lorenzo, figlio di Alessio Boni: ecco perché si chiama così
Nel salotto di Francesca Fialdini Alessio Boni ha anche spiegato perché il figlio si chiama Lorenzo. La notte di San Lorenzo sia l’attore sia Nina Verdelli hanno espresso lo stesso desiderio: quello di avere un figlio insieme. In una recente intervista a Tv200, nel programma “L’ora solare” di Paola Saluzzi, l’attore ha raccontato il primo incontro con il suo primogenito Lorenzo: “L’ho guardato negli occhi e ho capito che lui mi poneva involontariamente delle domande, mentre altre me le ponevo io. Vedendo i suoi istinti, ritrovavo le espressioni tipiche di alcuni componenti del passato della mia famiglia. Sono pertanto andato a ritroso nella mia infanzia e per questo ho deciso di buttare giù su carta alcuni passaggi…”. Così è nato il suo primo libro “Mordere la nebbia”, edito da Solferino Libri, un’autobiografia e una riflessione sul mestiere di mantenersi umani.