Dopo la “tassa sulle merendine”, fa ancora discutere il nuovo titolare del Miur, grillino dell’ultima levata: per Lorenzo Fioramonti, intervistato dalla Repubblica, l’obiettivo è lo sblocco di 3 miliardi immediati per la scuola. Tasse su merendine e bibite gassate in primo luogo e poi nuovo concorso per 24mila nuovi aspiranti docenti: «2 miliardi per la scuola e un miliardo per l’Università entro Natale o mi dimetto», è la “minaccia” di Fioramonti lanciata tanto alla struttura pubblica del Ministero dell’istruzione quanto al suo stesso Governo. Vedremo se manterrà la promessa nel caso in cui quei 3 miliardi non saltino fuori, ma nel frattempo sempre Fioramonti avanza uno dei suoi cavalli di battaglia di quando era il vice di Bussetti nello scorso Governo gialloverde «abolizione delle cosiddette “classi pollaio”, dove sono presenti anche più di 30 studenti per aula». Per Fioramonti, il modello giusto è quello tedesco dove il limite massimo di ragazzi in aula è fissato a 21 studenti.



LA “TASSA DELLE MERENDINE” DEL NUOVO MINISTRO MIUR

«Tasse sulle merendine per pagare di più i prof»: le parole del nuovo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti in una recente intervista continuano a fare discutere. Come vi abbiamo già anticipato, l’esponente del Movimento 5 Stelle ha spiegato al Corriere della Sera di voler ricorrere a micro tasse per alzare gli stipendi dei docenti, ma la possibile imposta sul cibo dei bimbi ha sollevato già un polverone. Il primo partito a prendere posizione sul caso è stata la Lega di Matteo Salvini, che ha ironicamente commentato sui social network: «Governo di svolta: tasse sulle merendine! Cominciano bene». Diversi esponenti del Carroccio hanno condiviso l’articolo, evidenziando la propria contrarietà sulla proposta, e sui social network si è acceso il dibattito: ancora prima del giuramento da ministro, Fioramonti deve fare conti con la prima polemica sul suo ruolo. Attese novità a stretto giro di posta… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LORENZO FIORAMONTI EREDE DI MARCO BUSSETTI

Lorenzo Fioramonti è il nuovo ministro dell’istruzione del governo Conte Bis, quello composto da una maggioranza del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Cerchiamo di scoprire di più di questo nuovo rappresentante dell’esecutivo del Belpaese. Classe 1977, è un professore di Economia politica all’Università di Pretoria, in Sudafrica, iscritto presso il partito pentastellato. Il suo nome riecheggiò nelle sale del palazzo già subito dopo le elezioni del marzo 2018, durante il primo governo Conte, per poi essere “soppiantato” da Bussetti di cui divenne il viceministro. Ha lasciato l’Italia all’età di 35 anni, per trasferirsi appunto nell’estremo sud del Continente nero: “Mi fu spiegato – raccontò nel 2016 in un’intervista a Il Fatto Quotidiano lo stesso neo ministro dell’istruzione – che nel mondo accademico italiano esistono delle regole non scritte ma che tutti conoscono. La prima è che bisogna aspettare il ‘proprio’ concorso’. Ovvero, salvo eccezioni, i concorsi sono banditi per qualcuno in particolare. La seconda, è che non ci si presenta a un concorso a meno che non si sia stati invitati a farlo”.



LORENZO FIORAMONTI MINISTRO ISTRUZIONE, CHI È

Subito dopo l’assegnazione della cattedra, Fioramonti ha fondato il Centro per lo studio dell’innovazione nella governance, collaborazione scientifica fra Sud Africa e Francia, per poi pubblicare dieci libri. L’ingresso nella politica di Fioramonti è cosa molto recente, visto che l’unione con il Movimento 5 Stelle è giunta due anni fa, nel 2017: ad aprile di quell’anno, come raccontato da Huffington Post, il deputato del M5s Giorgo Soral organizzò un convegno sullo sviluppo economico e il benessere sociale, con ospite d’eccezione proprio Fioramonti: le sue idee conquistarono i grillini che gli chiesero quindi di affiliarsi a loro. Negli scorsi il giorni il neo-ministro della pubblica istruzione ha già fatto capire come deve essere riformata la scuola, a cominciare dalla necessità di innestare il sistema di due miliardi di euro, più un altro miliardo esclusivo per l’università.

“I SOLDI PER LA SCUOLA DALLE MICROTASSE”

“Dobbiamo dare un orizzonte – ha raccontato a il Corriere della Sera in una recente intervista – a scienziati e ricercatori che a 45 anni sono ancora supplenti e a quegli insegnanti che non riescono ad entrare nella scuola. I fondi si possono trovare con interventi fiscali mirati, quella che chiamo l’Iva strategica”. Ma come trovare questi soldi? Il ministro ha già un’idea: “Servono micro tasse di scopo: una tassa sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono attività o dannose per la salute, le prime due o inquinanti. Con i soldi che lo stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola. Abbiamo calcolato che solo da questi interventi si possono ricavare 2,5 miliardi”. Secondo Fioramonti un altro problema da risolvere è quello delle classi “pollaio”, ovvero, troppo numerose, ed inoltre, lo stesso sembrerebbe strizzare l’occhio a Matteo Salvini sul tema dell’educazione civica: “Spero che la sperimentazione dell’educazione civica funzioni – ammette – e che riusciremo a dare la giusta importanza alle accademie e ai conservatori”.