LA “RISPOSTA” DI LORENZO FONTANA ALLE POLEMICHE SUL 25 APRILE

Non siamo ancora al 25 aprile e già da giorni il dibattito politico si è incentrato sulle polemiche in Aula tra le parti politichesul tema delle mozioni, dove il Centrodestra ha votato quella del Centrosinistra ma non viceversa per la mancanza della parola “antifascismo” – e sulle dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa. Oggi al “Corriere della Sera” arriva una sorta di “risposta” dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana che prova a spegnere tutte le polemiche esplose sulla Festa della Liberazione di martedì prossimo: «Il 25 Aprile deve essere la festa di tutti. E dunque, proprio per questo, ritengo che sia un errore non riconoscersi in questa ricorrenza: l’antifascismo è un valore».



La Russa era già intervenuto ieri per spiegare ulteriormente le sue dichiarazioni contestate dalla sinistra, sottolineando come «Le mie parole sono subito state riportate fedelmente dalle due agenzie che, riferendosi al voto non unitario appena concluso in Aula sulla mozione del centrodestra, erano testualmente queste: ‘la parola antifascismo non c’è nella Costituzione’, dando così ragione al senatore Lucio Malan. Aggiungevo, inoltre, di riconoscermi nei valori della Resistenza che sono espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Non sono quindi io a dover rettificare alcunché ma chi non sa leggere le agenzie o vuole a tutti i costi polemizzare e offendere». Per Fontana, provando a spegnere le critiche attorno a questa ricorrenza, il tema della Resistenza è molto semplice: «fu una battaglia di tante persone di estrazione anche diversissima nel nome della libertà».



FONTANA: “RESISTENZA PATRIMONIO DI TUTTI, C’ERANO MOLTI CATTOLICI E LIBERALI”

Alla Resistenza sorta in contrapposizione alla dittatura fascista dopo il 1943, aggiunge ancora al “Corriere” il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, «hanno partecipato non solo tanti comunisti e socialisti ma anche liberali, monarchici e — da cattolico voglio ricordarlo — tanti cattolici». Insomma, il tema non è un eterno “1944” dove ci si divide ancora tra comunisti, socialisti, liberali, cattolici e monarchici: occorre superare quella fase in quanto, rileva il leghista Fontana «La Liberazione è stata il fondamento di questo Paese come lo abbiamo oggi. E il fatto che ci siano queste divisioni indebolisce il Paese in sé. Nel suo complesso. Se una festa fondante come questa non riporta a una visione comune, ci rende più deboli all’estero e al nostro interno».



Quando manca una memoria condivisa, conclude il ragionamento il Presidente della Camera, «è lo Stato a essere più debole. Io spero che questo sia un fatto che finalmente possa essere superato». Il patrimonio della Resistenza, aggiunge Fontana, è ora più che mai «da trasmettere ai giovani», in quanto «la consapevolezza che la libertà e la possibilità di esprimersi sono privilegi che non sono stati regalati ma sono costati la vita a tante persone». Mentre La Russa dopo la cerimonia dell’Altare della Patria visiterà il campo di concentramento nazifascista di Theresienstadt (Praga), il leader della Lega Matteo Salvini ha risposto che invece lui rimarrà in Italia: «Starò un po’ in famiglia e lavorerò, come lavorerò il 1 maggio, come lavoriamo ovunque siamo, perché gli italiani ci pagano per farlo ma non fatemi commentare, io sono ministro delle Infrastrutture». Per il Governatore del Veneto Luca Zaia, il 25 aprile è una vera festa di tutti: «Siamo al 78esimo festeggiamento, non dimentichiamo mai – rileva il Presidente leghista – che dall’8 settembre 1943 in questo paese si è combattuta una guerra di Resistenza. Ed è fondante perché la Liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto donne, bambini, civili».