Movimenti, subbugli e trame in tutti i partiti dopo la partita del Quirinale: dal M5s al Centrosinistra fino al campo decisamente più “sconfitto” dopo l’elezione di Mattarella, ovvero il Centrodestra. Oggi al “Corriere della Sera” il vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana lancia più di una frecciata agli “alleati” della coalizione, da Meloni ai centristi, che aggiunge ancor più del “pepe” alla definizione già data ieri da Salvini sulla coalizione «sciolta come neve al sole».



Il vice Salvini lo dice chiaramente: «La partita del Quirinale ha dimostrato che al dunque la compattezza del centrodestra non c’era». Secondo Fontana infatti all’interno della coalizione, «C’è chi ha giocato la partita del Quirinale non per far vincere il centrodestra ma per far fuori Salvini. Non sono andati per il sottile: per colpire lui, hanno mandato allo sbaraglio il nostro candidato. Così si distrugge una coalizione ad un anno dal voto, provocando un danno gravissimo». L’obiettivo di Fontana sono i “franchi tiratori” che hanno fatto venire meno il voto su Elisabetta Casellati alla quarta e quinta votazione per il Quirinale: «Parlo dei due terzi dei grandi elettori centristi e di un terzo di quelli di Forza Italia. È chiaro che avevano in mente di sfruttare l’occasione per mettere le basi a qualcosa di diverso».



IL FUTURO INCERTO DEL CENTRODESTRA

Il problema però della coalizione Salvini-Meloni-Berlusconi-Toti-Lupi-Cesa non riguarda solo l’ala più “centrista”, come ammette lo stesso Fontana quando viene chiesto della fortissima irritazione di Giorgia Meloni per le scelte della Lega e di Forza Italia: «se dopo che è stata bocciata la Casellati ritieni che la coerenza stia nel votare un altro candidato di centrodestra significa che cerchi solo di sventolare una bandiera, non pensi alla necessità di trovare una soluzione. Allora, il tuo obiettivo è screditare chi sta a capo della coalizione e si impegna a trovare una figura che possa rappresentare l’unità del Paese. E poi…». Il vice di Salvini alla alleata di Fratelli d’Italia chiede conto del perché continuare «ad insultare anche una settimana dopo», contestando la non volontà di voler costruire un percorso per uscire dalla crisi di coalizione. Senza i centristi e senza Meloni però per la Lega si fa assai oscuro il futuro politico, specie ad un anno dalle Elezioni: «Dobbiamo ripartire dai contenuti che devono essere alternativi a quelli della sinistra», ovvero tasse giù, lotta alla burocrazia, federalismo e autonomia. Per il progetto di “federazione” la Lega guarda ad una parte di Forza Italia e alla stessa Meloni, ad una condizione però: «vuole costruire una destra moderna, liberale o conservatrice che sia, o vuole rimanere isolata come espressione di una destra statalista?». Nel Governo Draghi, «ma senza doverci rimanere a prescindere» e con un futuro di alleanze europee ancora tutto da chiarire e costruire: così chiosa Lorenzo Fontana al “CorSera”, «Il Ppe ha perso ovunque e deve essere riformato. Io sono per il dialogo perché se ci isoliamo favoriamo la sinistra. Però serve un vero cambiamento perché oggi appoggia sempre i socialisti. Non è un percorso facile, lo capisco. Ma se uno in Italia sostiene il centrodestra perché deve accettare che poi il suo voto vada a finire con quelli della sinistra?».

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