IL PRESIDENTE DELLA CAMERA AL CONVEGNO SUL PERDONO: “PUNTARE SULLA GIUSTIZIA RIPARATIVA”

Non sempre la pena punitiva e la carcerazione possono considerarsi la soluzione “migliore” per il reintegro e la rieducazione del detenuto: ne ha parlato oggi a Montecitorio il Presidente della Camera Lorenzo Fontana aprendo i lavori del convegno “Parole della giustizia. Perdono”, in corso presso la Sala Matteotti. Secondo il deputato leghista, terza carica dello Stato, la giustizia riparativa “incarna” una delle più grandi sfide culturali che il Governo ha davanti a sé: «la giustizia riparativa rappresenta una sfida culturale, prima ancora che giuridica. Sta alla maturità e alla sensibilità della politica e degli operatori del diritto saperne sfruttare tutte le potenzialità».



Il Presidente Fontana accenna poi un rapido passaggio sulla contemporaneità della Settimana Santa per la religione cattolica e si sofferma sul concetto di giustizia da Ponzio Pilato fino ad oggi: «il giudice è ingiusto, no? E il perdono quando perdona dalla croce, nonostante ancora continuassero a insultarlo, dice perdona perché non sanno quello che fanno». Parlando così della figura del Cristo, Fontana spiega l’imponente paragone sottolineando come sia molto interessante provare a prendere in considerazione il concetto giuridico e sociale del perdono. Occorre imparare dalle proprie radici culturali e giuridiche, rilancia Fontana, anche se resta un tema molto ostico quello del perdono: «abbiamo la fortuna di avere una religione e una cultura che ci insegnano questa capacità del perdono e non è da tutti, quindi certo che poi metterla in pratica è un’altra cosa, evidentemente».



FONTANA: “GIUSTIZIA RIPARATIVA SI FONDA SUL DANNO CREATO ALLA COMUNITÀ NEL SUO INSIEME”. IL VIDEO

Ringraziando i relatori del convegno – dai dem Michela Di Biase e Anna Finocchiaro fino a padre Francesco Occhetta – il Presidente della Camera Fontana ritiene il periodo della giustizia italiana attuale, con le fibrillazioni in vista della vastsa riforma Nordio, “adatta” ad accogliere eventuali novità nell’ambito della “riparazione” giuridica: «Il perdono è un concetto antico, universale e anche religioso», in quanto implica una sorta di «atto di liberazione dal peso del dolore e del risentimento verso chi ci ha ferito». Secondo quanto stabilito dai valori fondanti della giustizia occidentale, il tema del perdono assume un significato ancora più profondo secondo Fontana in quanto «ci invita a prendere in considerazione un approccio alternativo a quello strettamente punitivo-afflittivo. Si tratta di un nuovo modello orientato alla ricostruzione del legame con la società che il delitto ha spezzato».



Per questo motivo, continua il deputato della Lega parlando di giustizia riparativa in Italia, essa si fonda sull’idea che il fatto criminoso «danneggi non solo la persona offesa, ma anche la comunità nel suo insieme». Per questo invece che punire solo il colpevole, la giustizia riparativa mira a sanare il trauma e a riparare «il danno causato attraverso la promozione del dialogo e dell’incontro tra i protagonisti della vicenda criminale. Non si tratta di trascurare la gravità o le responsabilità penali, né di ignorare le sofferenze della vittima». Fontana ravvisa bene, non si tratta affatto di “escludere” il procedimento penale e “abbonare” anche reati gravi commessi dai rei, né è una forma “alternativa” di giustizia: «Tra giustizia riparativa e giustizia punitiva vi è piuttosto un rapporto di complementarietà. e non di alternativa. Non possiamo dunque pensare di poter prescindere dalla giustizia punitiva per abbracciare interamente quella riparativa». La svolta è invece provare a riflettere sulla opportunità che la giustizia di “riparazione” offre ai nostri ordinamenti attuali «per migliorare il nostro sistema penale e rinsaldare la fiducia dei cittadini nella giustizia. La giustizia riparativa rappresenta una sfida culturale prima ancora che giuridica».