GIURÌ D’ONORE SUL MES SI FARÀ: IL VIA LIBERA DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA FONTANA

Il Giurì d’onore alla Camera richiesto dal leader M5s Giuseppe Conte nei confronti del Premier Giorgia Meloni si terrà: l’annuncio ufficiale è giunto oggi dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana durante la conferenza stampa per gli auguri di fine anno. «Ho assunto una decisione qualche giorno fa. Si farà. Lo presiederà Giorgio Mulè ed auspico che si possa dirimere la questione», ha detto il n.1 di Montecitorio in risposta alla richiesta pervenuta dall’ex Premier Conte dopo le comunicazioni di Meloni in Parlamento gli scorsi 12-13 dicembre 2023.



«Ho consegnato al presidente della Camera Fontana una richiesta di un Giurì d’onore che istituisca una commissione speciale deputata ad accertare le menzogne, la dolosa condotta della presidente del Consiglio», aveva dichiarato Conte dopo le discussioni sul Mes e sul Consiglio Europeo. Per il leader M5s, la Presidente del Consiglio avrebbe mentito in Parlamento sostenendo che l’esecutivo Conte-2 avesse dato il via libera al Mes nel gennaio 2021 quando era aperta la crisi di Governo. «E’ stata nominata una commissione d’indagine che giudichi la fondatezza delle accuse rivolte da Giorgia Meloni a Giuseppe Conte in merito alla ratifica del Mes», ha spiegato Fontana con comunicazione poi giunta in Parlamento con la lettura della vicepresidente Anna Ascani, «Il presidente della Camera, dopo la richiesta del deputato Giuseppe Conte e sussistendone i presupposti, ha nominato la commissione di indagine che giudichi la fondatezza delle accuse rivoltegli dalla deputata Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, nel corso dell’Assemblea del 12 dicembre 2023».



MES, MELONI, CONTE: COSA SUCCEDE ORA CON IL GIURÌ D’ONORE

«Una scelta doverosa ed apprezzabile», è il commento del deputato e capo politico del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte, dopo l’avvio ufficiale del Giurì d’onore in merito alle frasi di Meloni sul Mes. Silenzio invece da Palazzo Chigi dove in questi giorni permane l’indisposizione della Premier che oggi ha anche saltato oltre al CdM, la conferenza stampa di fine anno (qui le sue condizioni e la sindrome otolitica, ndr). Il Giurì d’onore è un’organo nominato dal Presidente della Camera su richiesta di un deputato che si senta «leso nella sua onorabilità da accuse che gli siano state mosse nel corso di una discussione».



A far part del Giurì d’onore in merito al tema Meloni-Mes-Conte saranno il il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè – in qualità di presidente – e i deputati Fabrizio Cecchetti (Lega), Filiberto Zaratti (alleanza Verdi e Sinistra), Alessandro Colucci (Noi Moderati) e Stefano Vaccari (Partito Democratico). Come informa la stessa Camera dei Deputati, la commissione del Giurì d’onore dovrà poi riferire a Montecitorio entro il 9 febbraio 2024: non ha poteri sanzionatori ma elaborerà una relazione sulla quale poi il Parlamento prendere eventuale decisione. Meloni aveva accusato in Aula l’allora Premier Conte di aver agito «col favore delle tenebre sul Meccanismo europeo di stabilità». Di contro, il leader grillino ha richiesto il Giurì d’onore in quanto sostiene di non aver mai attivato il Mes e soprattutto di non averlo fatto durante la crisi di Governo: Conte sostiene sia stato il Governo Berlusconi ad attivare la prima volta il MES, ed è vero se non si tiene conto che nel 2021 la riforma firmata in ambito europeo (Italia compresa, con voto dell’allora Ministro dell’Economia Gualtieri) ha rivoluzionato il Mes giunto fino ad oggi. Per completezza di cronaca, lo scorso 21 dicembre in Parlamento la ratifica della riforma Mes è stata bocciata con voto decisivo di Lega, FdI e M5s. Al Giurì d’onore si discuterà anche del famoso fax mostrato da Meloni in Parlamento che mostra la comunicazione dell’ex Ministro degli Esteri Di Maio (vicepremier M5s nel Governo Conte) sulla firma del Mes.

FONTANA ALLA CAMERA: “I TROPPI DECRETI NON VANNO BENE, INVERTIRE LA TENDENZA”

Oltre al tema Giurì d’onore, nella tradizionale conferenza stampa con i giornalisti parlamentari a fine anno il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha affrontato i diversi temi dell’agenda politica odierna: «Il Parlamento è sempre sovrano, la maggioranza dei parlamentari ha deciso di esprimersi in questo modo sul Mes, questa è la democrazia. C’era da fare un passaggio parlamentare, questo compete a me. Non posso che accettare questo verdetto in base al principio democratico», spiega il leghista in riferimento alla bocciatura della ratifica sul Mes.

In merito alla riforma costituzionale del Premierato, uno dei punti chiave dei lavori parlamentari nel 2024, Fontana sottolinea «il principio è avere il tentativo di avere la maggiore condivisione possibile tra le forze politiche visto che si cambiano le regole. Il che non vuol dire paralizzarsi. E’ assolutamente importante che ci siano i tempi di discussione dovuti a una discussione così importante e che la maggioranza sia più ampia possibile». In merito a potenziali squilibri tra Camera e Senato, il Presidente di Montecitorio tende ad escludere la polemica: «Sono stati presentati 47 decreti legge e sono andati 24 al Senato e 23 alla Camera». Piuttosto, Fontana critica l’usanza di questo e degli ultimi Governi in merito all’eccessiva produzione di decreti legge: «Abbiamo sempre cercato di dialogare con il governo sulla possibilità di non utilizzare i decreti legge, cosa che non ci piace particolarmente, avendo anche una buona prospettiva di tempistica. Cerchiamo di far sì che la tendenza del ricorso ai dl non solo si fermi ma sia invertita».