Le parole hanno un peso, si dice spesso, ma possono anche incantare tutti quando si sanno utilizzare nel modo giusto. Ne sa qualcosa anche Lorenzo Maragoni, il 37enne originario di Terni ma che da tempo vive a Padova che farà il possibile per guadagnarsi il pass per la finalissima di “Italia’s got talent 2022“. Il concorrente si è presentato sul palco estasiando subito i quattro giurati, che non hanno esitato a promuoverlo con un sì convinto, ma con alle spalle un importante biglietto da visita: ha infatti conquistato pochi mesi fa il titolo di Campione Italiano di Poetry Slam 2021, dove ha gareggiato in rappresentanza dell’Emilia Romagna.



Ormai da anni lavora come poeta e performer, insegnando anche il mestiere airagazzi che desiderano seguire le sue orme.

Lorenzo Maragoni punta alla finale di “Italia’s got talent 2022”: l’amore per il ‘poetry slam’

Ma che cosa si intende per ‘poetry slam‘, termine che potrebbe essere quasi certamente sconosciuto ai più? Si tratta di una disciplina nata a Chicago nel 1987, da un’idea del poeta americano Marc Kelly Smith, ma nonostante il trascorrere degli anni è rimasta la stessa. L’obiettivo è quello di portare la poesia tra la gente, anche tra chi capisce poco di questo genere letterario e non è mai riuscito ad appassionarsene del tutto.



Chi decide di praticarla prova così a mescolare linguaggi diversi tra loro, che potrebbero sembrare incompatibili, ma che poi non lo sono del tutto. È il caso, ad esempio, di rap, drammaturgia e stand up comedy, in modo tale da rendere i versi più popolari, simili a quelli dei cantastorie. Tutto è nato in lui quasi per caso: “Sono andato a un poetry slam a Portogruaro, in provincia di Venezia, a vedere il mio amico Diego Dale, ad oggi uno dei poeti performativi migliori che conosca – ha detto in un’intervista -. Ho sentito di avere trovato qualcosa che mi corrispondeva. Poche settimane dopo ho letto che c’era un poetry slam a Padova e mi sono iscritto. Con la fortuna del principiante ho vinto. A quel punto naturalmente ho pensato di avere capito tutto. La settimana dopo mi sono iscritto a un poetry slam a Brescia, dove sono arrivato ultimo. Lì mi sono detto: ‘Ok, iniziamo a capirci qualcosa’. Mi piace la sua inclusività, il fatto che tutti possano andare e salire su un palco e il pubblico sarà l’unico a decidere cosa funziona”.