Loretta Goggi tra gli ospiti di “Top Dieci”, il varietà condotto da Carlo Conti e riproposto in replica il venerdì in prima serata su Rai1. L’attrice ed imitatrice è tra le artisti più poliedriche del mondo dello spettacolo italiano, un vero e proprio talento che negli ultimi anni è tornato ad imporsi nel piccolo schermo come giurata di Tale e Quale Show. La Goggi, intervistata dal Corriere della Sera, ha rivelato: “non ho mai inseguito il modello della donna di spettacolo bella e decorativa. Non perché sia particolarmente lungimirante, era solo la mia natura. Ed è stata la mia salvezza”.
E’ la donna della prime volte: è stata proprio lei la prima a portare le imitazioni in tv, ma anche a conduttore il Festival di Sanremo, un gioco a quiz e il primo varietà a Mediaset. In questi giorni è tornata protagonista come attrice nella nuova serie “Ritorno al crimine” trasmessa in esclusiva su Sky Cinema Uno; una nuova esperienza che la Goggi ha raccontato così: “mi piaceva l’idea di interpretare il ruolo di un’anziana in sedia a rotelle. Quando Alessandro Gassmann mi vede, dice: “Ammazza che crollo verticale””.
Loretta Goggi: “Volevo essere la Monica Vitti della tv”
Una carriera importante e straordinaria, ma Loretta Goggi oggi è consapevole che non è stato facile. “Non sempre è stato semplice far capire le mie battaglie. Nei miei esordi da attrice mi davano la parte della buona, della malata, dell’orfana… Quando, con le imitazioni, ho scoperto che sapevo far ridere, è stata una vittoria” – ha detto la showgirl che ricordando gli anni d’oro della tv ha confessato “ho scelto anche di non indossare mai piume e paillettes, per dire, ma gli abiti di una donna vera. Volevo essere la Monica Vitti della tv”. Per questo motivo decise di lasciare la Rai per approdare a Mediaset con il primo varietà tutto al femminile “Hello Goggi”. Un altro grande successo eppure la Goggi è convinta di una cosa: “avere credibilità è stato faticoso. E ancora non penso di essere reputata un pilastro dello spettacolo: ci sono tante icone — Mike, Corrado, Pippo, Raffaella —, io non sono tra quelle. Cambiare sempre non mi ha resa un simbolo”.