La drammatica storia del piccolo Loris Stival è impressa nelle cronache come una delle pagine più atroci che l’Italia ricordi. Il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, il corpo del bimbo, 8 anni, fu ritrovato in un canalone. La madre, Veronica Panarello, ne aveva denunciato la scomparsa prima di finire sotto accusa ed essere imputata dell’omicidio. Il processo a suo carico si è concluso con una condanna definitiva a 30 anni di carcere.



Molteplici le versioni della donna, inizialmente dichiaratasi innocente per poi virare sulla chiamata in correità del suocero, Andrea Stival, estraneo al delitto e ingustamente accusato dalla madre del nipotino di aver materialmente eseguito il delitto. False accuse che le sarebbero costate una condanna a 2 anni per il reato di calunnia, sentenza confermata dalla Corte d’appello di Catania nel 2023. Il cadavere di Loris Stival fu scoperto da un uomo, Orazio Fidone, conosciuto come “il cacciatore”, quella stessa sera mentre Veronica Panarello, a favore di telecamere, si mostrava disperata per la sparizione del figlio. Una messinscena, secondo l’accusa, per tentare fino all’ultimo di depistare e allontanare da sé il più terribile dei sospetti: essere una madre assassina.



Chi è Veronica Panarello: condannata per l’omicidio del figlio Loris Stival e per calunnia all’ex suocero

L’autopsia sul corpo di Loris Stival ha portato a galla la presunta dinamica dell’omicidio: secondo quanto emerso, il bimbo sarebbe stato strangolato forse con delle fascette da elettricista. Nel dicembre 2014, le crepe nel racconto di Veronica Panarello si sarebbero fatte sempre più profonde fino a portare al crollo definitivo del castello di bugie che avrebbe messo in piedi per coprire la propria responsabilità. Nel 2019, la Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere a carico della donna per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Loris Stival.



Veronica Panarello è stata condannata anche per aver mentito chiamando in correità l’ex suocero, Andrea Stival, che accusò di essere esecutore materiale del delitto sostenendo che il bimbo fosse diventato uno scomodo testimone di una relazione clandestina tra loro. Tutte accuse che si sarebbero dimostrate false e che hanno portato la madre del bimbo a incassare una condanna a 2 anni di reclusione per calunnia nei confronti del nonno paterno del bambino. La Corte d’appello di Catania, nel 2023, ha confermato l’esito del primo grado a cui, nel 2021, erano giunti i giudici del Tribunale di Ragusa. Andrea Stival, totalmente estraneo ai fatti, aveva denunciato la nuora a seguito di quelle pesantissime accuse.