Il pubblico ministero Carlo Villani ha chiesto l’archiviazione per la vicenda relativa alla morte di Teodosio Losito in cui l’ex compagno Alberto Tarallo risulta indagato per istigazione al suicidio. Per il pm non c’è stata alcuna istigazione. «Pur avendo accertato che il Tarallo è dotato di una forte personalità prevalente e prevaricatrice rispetto a quella del Losito», scrive il pm come riportato da Repubblica, «non sono emersi elementi utili per configurare il delitto ipotizzato». Quindi, il magistrato cestina i sospetti sulla possibilità che il produttore cinematografico abbia spinto lo sceneggiatore a suicidarsi l’8 gennaio 2019.

Il caso è quello dell’Ares Gate, dal nome della società di Alberto Tarallo e Teodosio Losito, compagni di affari e nella vita. Dopo la morte dello sceneggiatore, i primi sospetti poi sfociati nell’inchiesta per la quale si va ora verso l’archiviazione. Questa indagine ha messo nel mirino proprio il produttore cinematografico, accusato di aver falsificato il testamento del suo compagno, accusa poi non definita e su cui la Cassazione si è espressa infatti a favore di Alberto Tarallo.

SUICIDIO TEODOSIO LOSITO, SPUNTA IL CASO CREMAZIONE

Dal decreto di archiviazione emergono, però, alcune testimonianze particolari che aprono un nuovo caso. Riguardano la cremazione di Teodosio Losito. È stato Antonio Febbo a raccontare degli atteggiamenti considerati singolari. Si tratta dell’impresario funebre chiamato ad organizzare il funerale dello sceneggiatore. «Ricordo che subito mi venne detto da (…) Alberto Tarallo che Teodosio doveva essere cremato. Mi è sembrato strano all’inizio perché in tanti anni di lavoro non capita spesso questa situazione. Di solito bisogna riflettere», le parole riportate da Repubblica.

Il testimone ha riferito il fatto che molti clienti tendono a chiedergli consigli. «Qui sembrava già tutto programmato. A quel punto spiegai che non potevano decidere loro, ma bensì il familiare vivente più stretto a lui. Siccome i genitori erano defunti, l’unico era il fratello il quale mi fu detto era in arrivo da Milano». Antonio Febbo ha raccontato che ha parlato col fratello di Teodosio Losito solo la sera della morte. «Gli chiesi se avesse intenzione di cremarlo. Lui all’inizio era titubante e mi disse di aspettare. Poi dopo si allontanò a parlare con Tarallo. Poco dopo mi diede l’autorizzazione a cremarlo».