La procura di Roma che indaga per istigazione al suicidio dello sceneggiatore Teodosio Losito resta ancora contro ignoti. Intanto, il suo compagno ed ex socio, il produttore Alberto Tarallo, continua ad essere al centro dell’attenzione. A finire sotto accusa, secondo le indiscrezioni raccolte anche dal settimanale Oggi, sarebbero i suoi metodi di lavoro ora contestati dagli stessi attori che ha contribuito a rendere celebri e che sono stati già ascoltati dal pm Carlo Villani. Le presunte accuse sul suo conto, sarebbero quelle di aver esercitato un pieno controllo sulle vite degli attori anche in merito alla loro sfera privata, intervenendo su qualunque aspetto compresi gli orientamenti sessuali come accaduto per Gabriel Garko. Ma qual è la verità?



Le uniche certezze sono il fallimento della Ares Film e la morte di Teodosio Losito, che si sarebbe lasciato dietro di sè alcune lettere ed un testamento (sulla cui autenticità dovrà esprimersi un perito calligrafico) in cui Alberto Tarallo figura come unico erede. Proprio quest’ultimo attende con ansia di poter essere ascoltato in procura e di poter raccontare non solo il suo operato ma anche la sua ventennale storia d’amore e di lavoro con Teo Losito. A vigilare su di lui, in attesa della convocazione del pm, è il suo avvocato Daria Pesce che gli ha imposto il silenzio, come confermato al settimanale: “Il mio cliente prima deve parlare col pubblico ministero, tutti gli altri possono aspettare. Intanto chi mette in circolazione notizie false o inesatte dovrà vedersela con me”, dice.



“TARALLO E LOSITO NON SI SAREBBERO MAI LASCIATI”: PARLA L’AVVOCATO DEL PRODUTTORE

Tra le news smentite dall’avvocato di Tarallo, figura proprio l’indiscrezione raccolta dal settimanale Oggi e resa da una fonte vicina a Teo Losito, secondo la quale lo sceneggiatore suicida volesse andare via da Roma per rifarsi una vita a Milano, lontano da Tarallo. “Teo aveva preso una casa a Milano e l’aveva sistemata, ma non è vero che volesse andarsene da Roma o che volesse mettere fine alla storia con Tarallo”, ha commentato l’avvocato Pesce, “la loro era una relazione solidissima, andava avanti da vent’anni e sarebbe continuata ancora a lungo se non ci fosse stato il fallimento Ares”. L’avvocato insiste con il sostenere che la vita di Losito fosse “a Zagarolo, accanto a Tarallo”, ma il fallimento della società avrebbe avuto su di lui “un effetto devastante”, come dimostrerebbero le sue ultime lettere. Si tratterebbe di missive scritte da un uomo disperato ed in preda ai sensi di colpa.



In merito all’eredità, l’avvocato Pesce ha ammesso di aver consigliato al suo cliente di rinunciare “in quanto onerosa”. Tuttavia, in Tarallo sarebbe prevalsa “la volontà di sistemare le cose”. Al momento non sarebbero ancora stati quantificati i debiti collezionati dalla Ares. Tra i vari debiti, il settimanale Oggi rammenta anche i beni di Teo, già messi in vendita, e la vendita della sua casa a New York che ha fruttato oltre un milione di dollari. Soldi che secondo l’avvocato, Tarallo non avrebbe ancora visto. Dalla vendita degli appartamenti di Losito – tra quello milanese e quello romano -, tuttavia, secondo il settimanale dovrebbero essere facilmente coperti i debiti.