Claudio Lotito ha salvato la Salernitana con i soldi della Lazio? Il sospetto è della procura di Tivoli, che sta indagando il patron dei due club e altri sei tra attuali ed ex dirigenti per fatture false o inesistenti. Tra questi c’è pure Igli Tare, che ha comunicato l’addio alla squadra biancoceleste per altre vicende. Dagli atti depositati, che ha visionato il Fatto Quotidiano, emerge che l’indagine non è nata da un sospetto sulle plusvalenze, ma da una segnalazione inviata anni fa da Bankitalia. Nello specifico, si tratta della segnalazione di operazioni sospette (sos) dell’Uif di Banca d’Italia del 3 novembre 2021.
L’ipotesi è che i 30 milioni di euro versati dalla Lazio, dal 2017 al 2021, alla Salernitana per il trasferimento di 7 calciatori semi-sconosciuti, siano serviti al club campano, che apparteneva a due società riconducibili al figlio di Lotito, alla moglie e ai cognati, per salvarsi. Con il ritorno in Serie A dei granata, i Lotito e i Mezzaroma hanno fatto confluire le loro partecipazioni nel trust “Salernitana 2021” per trovare un compratore per il club, come poi accaduto. A quel punto, però, gli ispettori di Bankitalia si sono accorti che Claudio Lotito e Marco Mezzaroma sono sottoposti a procedimenti penali, quindi allertano il Nucleo Pef della Guardia di finanza di Roma affinché verifichino che nel trust non siano finite somme di denaro «frutto di illeciti». Così i finanziari hanno cominciato ad esaminare gli intrecci tra i due club per valutare se le plusvalenze realizzate abbiano avuto un impatto sui bilanci. I risultati degli approfondimenti sono finiti in un’informativa del 28 aprile 2022, inviata ai pm.
I TRASFERIMENTI SALERNITANA-LAZIO FINITI NEL MIRINO
Tra i trasferimenti finiti nel mirino c’è quello di Mattia Sprocati, che la Salernitana acquistò nel 2017 per 110mila euro e fu venduto un anno dopo alla Lazio per 3 milioni di euro, per poi essere girato subito al Parma. Così il club campano chiuse il bilancio con un utile di oltre un milione di euro. Per la Guardia di finanza, quell’operazione «ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione di tale risultato positivo». C’è poi Tiago Casasola, acquistato dall’Alessandria per 100mila euro nel 2018 e ceduto dalla Salernitana alla Lazio per tre milioni, senza mai giocare. Nel 2020 ci furono i trasferimenti di Andrea Marino, Emanuele Cicerelli, Mattia Novella e Biagio Morrone per 9,8 milioni di euro e un bilancio chiuso con un utile di oltre 600mila euro. C’è poi l’affare Akpa-Akpro, il più talentuoso dei calciatori citati. La Lazio lo comprò per 13,4 milioni di euro quando era quotato appena 600mila euro.
Come evidenziato dal Fatto Quotidiano, alla fine la Salernitana per queste operazioni ha ricavato 29,2 milioni di euro. Hanno insospettito, peraltro, anche Danilo Iervolino, che con una dichiarazione a verbale nella prima assemblea del 13 gennaio 2022 «ha preso le distanze dalla precedente gestione». Ora ci si chiede se queste cessioni siano reali o meno. I legali della Lazio hanno depositato i bonifici in procura per dimostrare la veridicità degli acquisti. I pm tiburtini hanno fatto sapere di non avere la cosiddetta “pistola fumante”. Ma nella replica all’istanza tecnica delle difese, gli inquirenti rilevano come «le assemblee e le approvazioni dei bilanci della società sportiva campana si siano tenute presso la sede della Ss Lazio senza alcuna apparente necessità», per questo non escludono che «tali documenti fiscali siano stati creati proprio in Formello».