Li abbiamo battuti all’Europeo di calcio e persino nel cricket e nel polo, ma gli inglesi ci stanno battendo, in maniera sonora, in una lotta molto più importante, quella contro il fumo. In dieci anni il numero dei fumatori inglesi si è ridotto di due milioni di unità, mentre in Italia la loro quota rispetto alla popolazione è, secondo le statistiche, stabile da almeno otto anni. E solo una questione di strategia e di tattica. Oltremanica fanno tutto quello che i vari governi del nostro Paese, indirizzati dall’Unione europea, hanno fatto: aumento dei prezzi, divieti, campagne antifumo e centri specializzati. Ma in più in Inghilterra hanno sdoganato il vaping, la sigaretta elettronica e quest’ultima ha aiutato a smettere di fumare 1,5 milioni di inglesi.
Da quelle parti il Public Health England (Phe, l’agenzia di consulenza e ricerca del Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale del Governo britannico) è un convinto sostenitore della necessità di integrare le tradizionali politiche di lotta al fumo con un approccio che tenga in considerazione il principio di riduzione del danno, che prevede l’adozione delle sigarette elettroniche come strumento per la lotta al fumo convenzionale. Tanto che lo scorso 23 febbraio nel suo ultimo report il Phe ha concluso che “tutte le prove suggeriscono che lo svapo sia una soluzione migliore rispetto alla terapia sostitutiva della nicotina per smettere di fumare in Inghilterra”, e pertanto, mentre i non fumatori non dovrebbero mai iniziare a svapare (i prodotti per lo svapo contengono sostanze chimiche significativamente meno nocive delle sigarette, ma non sono privi di alcuni rischi) i fumatori dovrebbero passare alle E-cig per smettere di fumare sigarette. La posizione del Phe, basata sulla revisione di tutta la documentazione scientifica prodotta sulle E-cig, è che le sigarette elettroniche sono del 95% meno dannose rispetto al fumo.
A Bruxelles, però, la pensano diversamente. Ovvero, la strategia seguita è quella del rischio zero: bisogna smettere di fumare e occorre convincere i fumatori a farlo. Stop. E i risultati si vedono. L’approccio europeo, o, meglio, dell’Unione europea, tende a mettere sullo stesso piano le sigarette classiche e i prodotti senza combustione, E-cig e prodotti a tabacco riscaldato, ignorando le raccomandazioni di esperti internazionali, le evidenze scientifiche una trentina di studi indipendenti e i pareri di una decina di enti regolatori. Poco importa se tra questi, oltre al Public Health England, ci sono la Food and Drug Administration americana, il German Federal Risk Assessment Institute, il National Institute for Public Health and the Environment olandese, il Norwegian Institute of Public Health e il National Institute of Public Health Department of Environmental Health del Giappone. L’Ue tira dritto per la sua strada e anzi nei prossimi mesi potrebbe decidere di adottare una regolamentazione molto stringente sul vaping e il tabacco riscaldato che li assimilerebbe di fatto ai prodotti da fumo convenzionale.
Il voto in Commissione è previsto il 6 dicembre e come ogni cosa negli uffici di Bruxelles sarà il frutto di una lunga trafila burocratica. L’europarlamento sta, infatti, discutendo il report della commissione Beca (Commissione speciale sulla lotta contro il cancro), che insieme allo Europe’s Beating Cancer Plan indicherà le linee di azione per la regolamentazione di tutti i prodotti del tabacco e affini a livello europeo, con impatti, nei prossimi mesi, anche sulla revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco.
La bozza di report della Commissione Beca finora non contempla alcuna differenziazione tra i prodotti senza combustione e le sigarette convenzionali. E non è una sorpresa visto che l’orientamento della Commissione europea era già chiaro da mesi: nella sua richiesta di valutazione sui nuovi prodotti al comitato scientifico consultivo Scheer (Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks), la Commissione non ha, infatti richiesto nessuna analisi comparativa tra le sigarette classiche e i nuovi prodotti senza combustione, ma solo un rapporto sugli effetti delle sigarette elettroniche e sul loro profilo di rischio.
Burocrati uno, salute zero.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI