Cittadini UE contro le fake news, uno studio rivela l’incertezza degli utenti nei confronti di internet

Secondo un recente studio elaborato dalla Fondazione Bertelsmann, la maggioranza dei cittadini europei sente sensibilmente il tema della lotta alla disinformazione e alle fake news. Non è un caso che, attraverso dei sondaggi mirati, gli intervistati abbiano auspicato ad un intervento netto della politica, sollecitandola ad agire e a prendere provvedimenti per garantire un’informazione affidabile e sicura, specialmente su internet.



Entrando nei dettaglio dello studio menzionato, apprendiamo dunque che l’ottantacinque per cento dei cittadini dell’UE desidererebbe una maggiore azione da parte delle autorità politiche contro la diffusione della disinformazione in rete. L’ottantanove per cento chiede una maggiore regolamentazione delle piattaforme internet. E a tal proposito, la fondazione tedesca che ha effettuato lo studio, sottopone l’attenzione sulla scarsa considerazione che gli utenti riservano alle informazioni reperite via web.



Lotta alla disinformazione, cittadini UE chiedono aiuto alla politica

Infatti è ampiamente oltre il cinquanta per cento, il numero degli intervistati che ammette di avere forti perplessità e dubbi sulla veridicità dei contenuti trovati in rete. Quasi il quaranta per cento, quindi, ritiene di aver rilevato casi concreti di disinformazione. “Le informazioni affidabili sono il fondamento per formare un’opinione e quindi le basi della discussione democratica”, ha dichiarato il direttore dello studio Kai Unzicker.

“In Europa la gente ha una grande insicurezza su quali contenuti digitali sono affidabili e quali vengono deliberatamente manipolati. Chi vuole rafforzare la democrazia non può lasciare i cittadini soli nella lotta contro la disinformazione”, ha spiegato ancora, sollecitando appunto la politica e auspicando ad un’azione concreta per evitare il dilagare delle fake news. In questo senso Unzicker ribadisce un concetto più che condivisibile, ovvero che “la capacità di riconoscere e segnalare informazioni false non può dipendere dall’età o dal grado di formazione”.