I dispositivi di Louis Dassilva “disconnessi” nel momento in cui si consumava l’omicidio di Pierina Paganelli in via del Ciclamino a Rimini, la sera del 3 ottobre 2023. È il dato più eclatante, riportato da Mattino Cinque, che emergerebbe dall’analisi preliminare del cellulare e dello smartwatch del 34enne senegalese, unico indagato per il delitto e in carcere dal luglio scorso con l’accusa di aver ucciso la vicina di casa 78enne, suocera dell’amante Manuela Bianchi, con 29 coltellate.



Crolla così l’alibi fornito dalla moglie Valeria Bartolucci (disse che il marito era in casa a guardare Netflix), unitamente a quello che la stessa avrebbe dato per il giorno del misterioso incidente occorso al figlio della vittima il 7 maggio precedente, Giuliano Saponi: la mattina in cui l’uomo fu travolto e quasi ucciso da un soggetto mai identificato, i loro telefoni avrebbero agganciato la cella che copre i luoghi di interesse investigativo e nessuno dei due si trovava fuori città (come invece dichiarato agli investigatori e ai giornalisti) al momento del sinistro. Louis Dassilva e sua moglie, come confermato da una parente della donna, non si trovavano nelle Marche per il funerale di un parente, ma vi si sarebbero recati soltanto nel pomeriggio e cioè diverse ore dopo il sinistro che coinvolse Saponi.



Louis Dassilva non ha un alibi: l’indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli “smentito” dai dispositivi

Secondo quanto ricostruito dalla trasmissione, Louis Dassilva non ha un alibi né per il giorno dell’incidente di Giuliano Saponi né per il momento dell’omicidio dell’anziana madre di quest’ultimo, Pierina Paganelli. Paradossalmente, il sostegno di sua moglie Valeria Bartolucci – in particolare le dichiarazioni con cui la donna lo aveva “collocato” lontano dalle due scene, insieme a lei sia il 7 maggio che il 3 ottobre 2023 quando si consumavano i due fatti – potrebbe trasformarsi in un boomerang e addirittura aggravarne la posizione perché la versione sarebbe smentita su due fronti.



La mattina dell’incidente di Giuliano Saponi, Dassilva sarebbe stato a Rimini con la moglie e non nelle Marche per le esequie di un parente; e quando Pierina Paganelli veniva uccisa, l’attuale indagato sarebbe stato “libero” di muoversi fuori casa e lo proverebbe la presunta disconnessione simultanea dei suoi dispositivi (telefono e orologio) nel lasso di tempo in cui sarebbe compreso il delitto. Il cellulare del 34enne sarebbe risultato “fermo”, quindi privo di attività, dal momento in cui si sarebbe scollegato da Netflix, alle 22:06 del 3 ottobre, fino alle 22:38 seguenti, quando l’app contapassi dello smartwatch avrebbe registrato una “ripresa” della funzionalità. L’omicidio di Pierina Paganelli sarebbe avvenuto alle 22:13 ed è su questo incrocio di dati e orari che ora la Procura punterebbe maggiormente per chiudere il cerchio, convinta del coinvolgimento del senegalese.

Omicidio di Pierina Paganelli, il presunto movente di Louis Dassilva e l’ipotesi di due killer in azione

Nelle prossime ore, intanto, sono attese due nuove audizioni in questura: Manuela Bianchi e suo fratello, Loris, torneranno davanti agli investigatori per rispondere ad ulteriori domande nelle more di una potenziale svolta. Secondo gli inquirenti, Dassilva avrebbe ucciso Pierina Paganelli per “disfarsi” di una voce scomoda che, con le sue eventuali rivelazioni sulla storia clandestina intrattenuta con Manuela Bianchi, avrebbe potuto innescare uno scandalo e mettere in crisi il suo matrimonio con Valeria Bartolucci. Un movente passionale, quindi, ma non ancora confermato.

Le indagini puntano a chiarire inoltre se vi sia un legame tra l’incidente di Giuliano Saponi e l’omicidio della madre: è opera della stessa persona? Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe anche quella di un’azione omicidiaria portata avanti da due soggetti, ma nulla è trapelato su quanto di concreto possa esserci per percorrere tale nuova pista.