C’è un nuovo “giallo” nel caso di Pierina Paganelli, ma stavolta riguarda l’incidente probatorio sul video della farmacia che, secondo la Procura di Rimini, sarebbe “prova regina” a carico dell’unico indagato Louis Dassilva. Sarà dura risolvere il mistero sul soggetto ripreso dalla ormai famosa “cam3” di via del Ciclamino perché, come emerso nelle ultime ore, la partecipazione del 34enne all’esperimento giudiziale non è “garantita” dalla difesa e rischia addirittura di saltare vanificando, di fatto, parte degli sforzi investigativi.
Questo perché lo stato dei luoghi sarebbe mutato dopo il delitto e una modifica fondamentale sarebbe avvenuta circa 15 giorni fa: sarebbero state sostituite le plafoniere esterne al condominio e quindi le condizioni di luce, dal colore delle lampade alla loro intensità sarebbero totalmente diverse e quindi ricostruire l’esatto “set” sarebbe impossibile. Un’altra pesante criticità che si somma alla già nota presunta compromissione di alcuni reperti (nello specifico, la muffa che si sarebbe formata sugli abiti della vittima nelle more degli esami sulle tracce biologiche e che avrebbe complicato le operazioni di estrazione del Dna). Secondo l’impianto accusatorio, quell’occhio elettronico avrebbe immortalato proprio il 34enne senegalese mentre si spostava fuori dal palazzo per disfarsi dell’arma del delitto alle 22:17 del 3 ottobre di un anno fa, pochi minuti dopo l’assassinio. Su quelle sequenze, gli inquirenti intendono eseguire accertamenti atti a confrontare se la figura ripresa appartenga proprio a lui o se invece corrisponda a un condomino che si sarebbe riconosciuto in quei frame (ma solo davanti ai giornalisti, perché poi non avrebbe confermato agli investigatori), ma la presenza del sospettato numero uno sarebbe in bilico con il rischio che le attività sfocino in un buco nell’acqua.
Louis Dassilva dice sì all’esperimento giudiziale sulla cam3, ma la difesa frena: “Solo se ripristinate tutte le condizioni di quella sera”
Louis Dassilva, riporta Il Resto del Carlino, avrebbe già espresso il suo consenso a sottoporsi al “passaggio” sotto la cam3 della farmacia di via del Ciclamino nel contesto di un esperimento giudiziale sul video che, in sede di incidente probatorio, dovrebbe coinvolgere anche il condomino che vi si sarebbe riconosciuto senza però confermarlo alla Squadra mobile. La partecipazione dell’indagato però è in forse, come sottolineato dalla sua difesa, perché dovranno essere “ripristinate” tutte le condizioni di quella sera, anzitutto l’illuminazione.
Cosa che potrebbe persino non essere possibile perché, circa 15 giorni fa, le plafoniere sarebbero state sostituite e non si sa se le vecchie (quindi le stesse che erano installate il giorno dell’omicidio di Pierina Paganelli) siano recuperabili. Sul punto, gli avvocati che assistono Louis Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, avrebbero posto un alt preciso: per concedere che il loro assistito si sottoponga al test passando sotto quella telecamera, dovrà essere riprodotte e garantita la stessa scena di quella sera. Senza sbavatura alcuna né la minima incongruenza con le condizioni di luci e ombre di quel preciso frangente (per chi indaga, “centrale” nell’architettura di contestazioni a carico del loro cliente). Servirà quindi ricreare tutto nei minimi dettagli: dall’orario alle traiettorie, alla luce che in quel momento insisteva nella stessa zona. Elemento, quest’ultimo, per nulla scontato visti i cambiamenti intervenuti in via del Ciclamino una manciata di settimane fa.