Lu Shaye, ambasciatore cinese in visita ufficiale in Francia ha fatto alcune dichiarazioni “choc” in merito allo “status” della sovranità dei paesi dell’ex Unione Sovietica. Ne è seguita una polemica ancora in corso, che potrebbe portare danni diplomatici irreparabili. Secondo Shaye infatti, non solo “I confini dell’Urss non sarebbero stati definiti in modo legittimo nel 1991″ ma ha affermato anche che “La Crimea apparteneva alla Russia“.
Pertanto ci sarebbe da ipotizzare che anche per quanto riguarda l’Ucraina, non sarebbe del tutto opportuno difendersi da “un’invasione” in quanto, stando al pensiero dell’ambasciatore, potrebbe essere giustificato il riappropriarsi di territori già storicamente inclusi. Le frasi hanno subito fatto scattare l’imbarazzo generale, e la trascrizione dell’intervista è stata cancellata dall’account di WeChat dell’ambasciata della Cina in Francia. Ne è seguita anche una nota ufficiale nella quale, si sottolineava che tali dichiarazioni riguarderebbero esclusivamente il “pensiero personale” di Lu Shaye. Ma la contestazione è aperta e ne è scaturito un dibattito, spostatosi nelle ultime ore alla riunione dei ministri degli esteri Ue.
L’UE si indigna per la gaffe imbarazzante dell’ambasciatore cinese Lu Shaye
La “personale visione” dei confini dell’ex unione sovietica, dell’ambasciatore cinese Lu Shaye, sta provocando una crisi diplomatica internazionale. L’imbarazzo più grande è stato quello del presidente Macron, che ha sempre sostenuto costruttivo il dialogo tra Europa e Cina come mediazione nel conflitto Russia Ucraina. Ora Macron ha dovuto ammettere che le dichiarazioni di Shaye sono “Inaccettabili“. E da parte dell’Europa è arrivata una vera e propria condanna dell’alto commissario alla politica estera Josep Borrell che ha giudicato “Imbarazzante” l’intervento e ha fatto appello al governo cinese per chiedere di chiarire in modo ufficiale la posizione di Pechino.
La maggiore critica, che ha messo in dubbio definitivamente una probabile mediazione di pace della Cina tra Ucraina e Russia è stata quella dell’Estonia che ha messo in chiaro la sovranità assoluta delle repubbliche baltiche, e del ministro degli esteri Lituano che in risposta a Lu Shaye, ha voluto sottolineare che “Non siamo Paesi post-sovietici, siamo Paesi occupati illegalmente dall’Unione Sovietica“.