Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, la 22enne che nel 2021 è morta mentre lavorava all’interno di un’azienda tessile in provincia di Prato, è stata intervistata durante la trasmissione Carta Bianca. Si appurò in un secondo momento che il macchinario che aveva ucciso la ragazza, un orditoio, era stato manomesso per aumentarne la produttività, ma a processo i proprietari sono stati condannati per omicidio colposo.



“C’era stato un episodio”, ricorda la madre di Luana D’Orazio, “20 giorni prima, mi aveva detto che era stata strisciata, ma niente di che, e che si era spaventata. Mio marito le disse di non preoccuparsi, di stare attenta, ma che con tutte le sicurezze poteva stare tranquilla”. Tuttavia, racconta, “abbiamo scoperto dalle indagini che la macchina era stata completamente manomessa per aumentare la produttività dell’8%. Era stata anche tolta la staffa corta e tonda con una lunga ed appuntita dalla quale è stata agganciata e trascinata. Senza manomissione non si sarebbe fatta male. Non è un incidente”, quello di Luana D’Orazio, “ma un omicidio procurato“. Secondo la madre, “le chiamano morti bianche, così non paga nessuno, fa comodo”.



Luana D’Orazio: il racconto della madre Emma

“Era il giorno del mio compleanno”, ricorda la madre di Luana D’Orazio, morta sul lavoro, su quel terribile incidente, “mio marito ed io avevamo preparato il tiramisù. La tv era sui cartoni che stava guardando il bambino, la notizia era già arrivata a tutti tranne che a noi. L’abbiamo saputo alle 13:40, alle 14 avrebbe staccato, quando sentii suonare il campanello e vidi due carabinieri. Mi chiesero se ero la mamma di Luana. Chiesi se fosse morta, mi dissero ‘si è morta sul lavoro'”.

Dopo la morte di Luana D’Orazio, racconta la madre, dai padroni dell’azienda non è mai arrivata “nessuna parola di scusa, nulla”. Racconta che aveva un figlio, che ora ha 7 anni. “Il bambino vedendo tutta quella gente in casa si aspettava la festa e gli ho dovuto dire una mezza verità, ovvero che la mamma non tornava più ma che poteva guardare in su, scegliere una stella e che quella era la sua mamma. Gli dissi che la macchina non funzionava e lui mi disse ‘nonna, ma se è rotta bisogna comprarne una nuova’”. Della figlia Luana D’Orazio, racconta con voce rotta, “non dimenticherò mai il suo viso quando tornava a casa e il bambino che correva e la abbracciava, non vedeva l’ora. È un dolore inimmaginabile, immenso, oltre l’immenso. Si poteva evitare”.