Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata da Luana CoppiniDaniele Faggi, titolari della azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato, dove il 3 maggio del 2021 è morta Luana D’Orazio. L’operaia ventiduenne stava lavorando ad un orditoio, manomesso per aumentare la capacità di produzione, quando è stata risucchiata e uccisa dal macchinario.



Il patteggiamento dei due imputati è stato concordato da difesa e Procura. Quest’ultima, come riportato da Rai News, ha posto come condizione l’effettivo pagamento del risarcimento alla famiglia della vittima, stabilito in circa un milione di euro. Le sentenze comminate prevedono due anni di reclusione per Luana Coppini e un anno e sei mesi per il marito Daniele Faggi. Entrambe prevedono la sospensione condizionale. Andrà a processo con l’accusa di omicidio colposo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche, invece, il terzo imputato, il manutentore Mario Cusimano, che è stato rinviato a giudizio.



Luana D’Orazio, accolto patteggiamento titolari azienda tessile: la delusione della famiglia

La famiglia di Luana D’Orazio, dopo l’accoglimento della richiesta di patteggiamento di Luana CoppiniDaniele Faggi, titolari della azienda tessile di Montemurlo, ha manifestato il proprio rammarico. “Speravo in una pena più giusta, sono molto delusa. Ci aspettavamo una pena più esemplare, Luana rimane un simbolo”, ha affermato la mamma Emma Marrazzo al termine dell’udienza come riportato da Rai News. È proprio la donna che insieme al marito sulla base della decisione del Tribunale di Pistoia si sta occupando intanto della cura del bambino di 6 anni, figlio della vittima, dato che i rapporti con il padre naturale si erano interrotti.



“Si tratta di una sentenza molto celere che si poggia su due pilastri e non è affatto scandalosa, come pure ho sentito dire sui social, ma giusta”, ha replicato l’avvocato Alberto Rocca, che difende i due imputati che hanno patteggiato.