Per la giovane Luana D’Orazio, la 22enne mamma che il 3 maggio di un anno fa morì mentre stava lavorando presso un orditoio a Montemurlo (Prato), è stato offerto un risarcimento superiore al milione di euro, per l’esattezza 1.1. L’offerta è stata però ritenuta “incongrua” da parte della famiglia, così come riferito da Andrea Rubini, a.d. di Gesi Group, società di consulenza della famiglia.



A mettere sul piatto la somma di cui sopra è stata la compagnia assicurativa Unipol, come risarcimento danni a seguito della tragica morte della giovane attrice/operaia. “Abbiamo scritto all’assicurazione una risposta formale – ha fatto sapere Rubini, così come riportato dai colleghi di TgCom24 nella loro edizione online – spiegando che i danni, patrimoniali e non, sono ancora da quantificare. Non riteniamo stabilizzata la situazione, ci riserveremo di approfondire la questione nelle prossime settimane”.



LUANA D’ORAZIO, A GIORNI INIZIERA’ IL PROCESSO

L’offerta della compagnia assicurativa, con cui la ditta aveva fortunatamente una copertura, giunge a pochi giorni dall’udienza preliminare che si terrà il prossimo 7 aprile e in cui compariranno i tre imputati, leggasi la titolare dell’azienda Luana Coppini, il marito della stessa, Daniele Faggi considerato “titolare di fatto”, e il tecnico manutentore esterno Mario Cusimano: il trio è accusato di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele del macchinario su cui la povera Luana D’Orazio stava lavorando.



“Se sarà possibile – ha fatto sapere Rubini in vista dell’udienza – la madre di Luana si costituirà parte civile nel procedimento”. A quasi un anno dalla tragedia è pronto quindi ad aprirsi il processo, dopo che la Procura di Prato aveva chiuso le indagini ad ottobre, e rinviato a giudizio appunto i tre di cui sopra. Stando agli accertamenti eseguiti negli scorsi mesi da parte dell’ingegner Carlo Gini, l’orditoio per la campionatura a cui stava lavorando Lana, aveva i dispositivi di sicurezza disattivati, anche se non è ben chiaro per quale motivo.