Il viaggio di Massimo Giletti, nello speciale di oggi, “Abbattiamoli”, in onda su La7, vedrà protagonista anche Luana Ilardo, figlia di Luigi, boss pentito. L’incontro avverrà a Mezzojuso, davanti a quello che era un nascondiglio di Bernardo Provenzano e proprio lì dove l’uomo firmò la sua condanna a morte, reo di aver rotto un patto. Luigi Ilardo aveva infatti avvertito i carabinieri che proprio in quel posto avrebbe incontrato Provenzano. Per otto ore stettero insieme senza che nessuno intervenne ma pochi mesi dopo il boss pentito fu ammazzato. Come mai non ci fu un’irruzione? Il sospetto – anche del conduttore – è relativo alla trattativa tra Stato e mafia per fermare le stragi, voluta da Riina ma non da Provenzano. “Nel documentario, porto Luana, la figlia di Ilardo, lì per la prima volta. E Luana si commuove, si guarda intorno e dice: “Ma qua non c’è niente, potevano intervenire, perché non l’hanno fatto? I Ros, che sono l’elite dei Carabinieri, come potevano avere paura delle pecore e dei pastori?””, ha commentato Giletti intervistato da MowMag.com.



Dopo l’omicidio del padre Luigi Ilardo, boss di Cosa nostra nonché cugino di Giuseppe Madonia e reggente di Caltanissetta, avvenuta il 10 maggio 1996, la vita della giovane figlia Luana e della sua famiglia è destinata a cambiare radicalmente ed a precipitare nel più totale silenzio ed abbandono da parte delle istituzioni.



LUANA ILARDO FIGLIA DEL BOSS PENTITO LUIGI E LA SUA RICERCA DI VERITÀ

Nell’ottobre dello scorso anno, Luana Ilardo è intervenuta per la prima volta nel programma di Massimo Giletti, Non è l’Arena. La donna da anni conduce una battaglia a caccia della verità e della giustizia per la morte del padre ed in tv ha parlato del calvario vissuto dalla sua famiglia. Luigi Ilardo era un infiltrato per i carabinieri che alla metà degli anni Novanta con le sue rivelazioni consentì l’arresto di decine di mafiosi arrivando ad passo dall’arresto di Bernardo Provenzano, allora ancora latitante. Una vicenda attorno alla quale ancora oggi è acceso il dibattito in quando ci si continua a chiedere come mai i vertici del Ros non diedero l’ordine agli uomini di Michele Riccio (il colonnello con il quale Ilardo collaborava) di intervenire per catturarlo. E’ possibile allora che a tradire Luigi Ilardo sia stato proprio lo Stato? Una domanda che, come scrive Antimafiaduemila.com sarebbe stata sollevata anche da De Magistris senza tuttavia alcuna risposta. “La condanna non ci basta perché i mafiosi hanno fatto i mafiosi ma lo Stato non ha fatto lo Stato”, ha tuonato la figlia Luana in tv, “Perché ovviamente era chiaro che mio padre, alla luce delle sue decisioni e dei passi che aveva fatto, avesse bisogno di un certo tipo di tutela che non c’è mai stata. Purtroppo – ha continuato – la sua storia evidenzia parecchie falle di un sistema di gestione che non è stato efficace”.



La donna aveva aggiunto: “La nostra, quella di nostro padre, è una storia scomoda e quindi c’era tutta la volontà di tenerla insabbiata quasi da farne perdere memoria. Perché i tasti che va a toccare – ha spiegato – sono molteplici, non sono solo quelli mafiosi. Di conseguenza credo che questo abbandono totale da parte delle istituzioni nei confronti di noi familiari sia per questo motivo”. I tasti di cui parla la figlia di Luigi Ilardo potrebbero avere a che fare con la trattativa Stato-mafia. Luigi, come ricordato anche da Giletti, sarebbe stato a conoscenza di quel patto scellerato tra mafia e politica.