Star dei polizieschi italiani degli anni Settanta, Luc Merenda si è raccontato senza filtri in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa. Icona del genere negli anni Settanta insieme al grande Maurizio Merli, l’attore francese ha fatto grandi fortune nel nostro Paese: da Milano trema: la polizia vuole giustizia a La città gioca d’azzardo, Merenda ha prestato il volto a pellicole che hanno segnato una generazione e che stanno trovando grande fortuna in questi giorni sui canali tematici in chiaro.



«Di nuovo divo? Beh, meglio tardi che mai, ma fa sempre piacere», ha ironizzato nell’intervista rilasciata a Stefano Della Casa. Dopo aver parlato della sua esperienza nella stagione del poliziesco, Merenda si è poi soffermato sulla collaborazione con Tinto Brass: «Era un grande intellettuale, un genio, ma aveva avuto un sacco di problemi con Caligola, che gli fu sottratto dal produttore americano Bob Guccione, e aveva deciso di prodursi da solo». Luc Merenda ha preso parte al film Action!: «Quel film è venuto fuori sgangherato ma con dei momenti fortissimi […] Poteva essere un film memorabile, ma forse Brass ha esagerato».



LUC MERENDA: “PAOLO VILLAGGIO PERSONA SPIGOLOSA”

Dopo il poliziesco e le incursioni nel dramma e nell’erotico, Luc Merenda ha proseguito la sua carriera con la commedia ed ha collaborato con Paolo Villaggio, ecco il suo ricordo nell’intervista a La Stampa: «I film più belli sono quelli con Paolo Villaggio, un talento straordinario anche se una persona spigolosa. In Superfantozzi appaio in varie epoche come avversario del povero Fantozzi e Neri Parenti, il regista, mi diceva con grande precisione quello che dovevo fare».

Luc Merenda ha poi rivelato di non aver mai amato la vita mondana, tanto da non frequentare i colleghi, ed ha deciso di lasciare il mondo del cinema quando ha avvertito di essersi stufato, tanto da cambiare vita e diventare antiquario. Tolto un ritorno d’occasione: «Quando Eli Roth, uno dei migliori registi della nuova Hollywood, mi ha proposto un cameo nel suo Hostel ho accettato subito»