Luc Merenda, attore francese di origini italiane, ha rilasciato nella giornata di oggi, lunedì 7 giugno 2021, un’intervista a “Quotidiano Nazionale”, nella quale ha ripercorso la sua carriera e raccontato del suo legame affettivo nei confronti dell’Italia. La chiacchierata si è aperta con un auto-interrogativo: “Che cosa ho fatto di buono nella vita? Sono rimasto me stesso. Non sono mai cambiato per far piacere a qualcuno, non sono andato alle cene per lusingare un regista; sono sempre rimasto un solitario”.
Affascinante commissario di polizia del cinema italiano degli anni Settanta, Merenda lavorò con Steve McQueen, Alain Delon, il cantante Jacques Brel e Carlos Monzon. Trovò la sua fortuna proprio nella Capitale dello Stivale, della quale parla con grande passione, definendola la città del suo cuore, sin dal primo giorno in cui ha raggiunto Roma con suo padre in barca, risalendo il Tevere. “Ho amato tutto di questo Paese – ha aggiunto –: l’amore per il cibo, per la musica, l’amore per la vita. Ho capito perché tanti attori americani facevano carte false per venire qui”.
LUC MERENDA: “HO GUADAGNATO TANTO E AIUTATO CHI ERA MENO FORTUNATO DI ME”
Con i soldi guadagnati, Luc Merenda ha rivelato a “Quotidiano Nazionale” di avere aiutato tanta gente meno fortunata di lui, offrendo molte cene e non badando a spese di nessun tipo. “Non mi sono mai drogato, non ho mai perso la testa. Per me il successo è qualcosa di relativo: chi pensa di essere arrivato, in qualunque campo, è solo uno str*nzo”, ha ammesso senza troppi fronzoli. Al primo provino da attore, gli dissero che era troppo bello, che aveva il viso troppo pulito, ma poi Merenda ha incontrato il regista Sergio Martino, il produttore Goffredo Lombardo e un altro regista, Fernando Di Leo. Quest’ultimo ebbe l’intuizione di assegnargli il personaggio di un poliziotto corrotto allo scopo di dimostrare che un corrotto, in certe posizioni, può provocare danni gravissimi. Il personaggio del commissario gli stava un po’ stretto, tanto che a un certo punto l’attore disse: “Se volevo entrare in polizia, facevo domanda!“. Merenda però ha concluso dicendo: “Capisco che per il pubblico che ha amato quei film, rimarrò sempre il commissario. E in fondo sono grato a quei personaggi, che mi hanno portato nel cuore della gente”.