Chi era Luca Attanasio?

Il 22 febbraio del 2021 Luca Attanasio, 43 anni e un carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci, 30 anni, perdono la vita in un attentato a un convoglio delle Nazioni Unite presso la cittadina di Kanyamahoro, nella Repubblica del Congo. La notizia è stata diramata da un portavoce del Parco nazionale di Virunga e confermata poi dalla Farnesina. Un dolore atroce per la famiglia e per la moglie Zakia Seddiki. L’ambasciatore ed il militare si trovavano a bordo autovettura in un convoglio della MONUSCO, la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, quando sono stati vittime di un attacco.



Virunga National Parkera ha precisato come l’attacco sia stato un tentativo di rapina del personale delle Nazioni Unite. Il nome di Luca Attanasio è diventato “famoso” dopo quel terribile 22 febbraio 2021 come ha raccontato la moglie Zakia Seddiki in un libro: “era con Vittorio, il giovane militare educato e dolce, e Mustapha, il congolese che non era mai sicuro di tornare a casa. Questo libro nasce perché la sua morte possa essere come un fiore che sboccia per tanti altri che vorranno seguire il suo esempio, per aprire la curiosità di chi vuol conoscere meglio la vita di questo giovane ambasciatore che era il figlio, il padre, l’amico, il marito”.



Luca Attanasio vincitore del Premio internazionale Nasiriyah per la pace

Luca Attanasio nell’ottobre del 2020 vince il Premio internazionale Nasiriyah per la pace. Un premio prestigioso assegnatogli per il suo impegno e per il suo essere “volto della salvaguardia della pace tra i popoli e per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà”. L’ambasciatore ha dedicato diversi anni della sua vita all’Africa, una terra di cui era un grandissimo appassionato soffermandosi sui bisogni della Repubblica Democratica del Congo, una terra alla continua ricerca di pace. Proprio Attanasio parlando del Congo disse: “è una realtà così lontana da quella che conosciamo che è davvero difficile farvi capire cos’è se non la si vive. In Congo tante di quelle cose che diamo per scontate, anzitutto la pace, la salute o l’istruzione, lì non lo sono. Anzi, sono un privilegio per pochissimi. Pace, famiglia e solidarietà sono le tre parole chiave”.



Non solo, l’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo aggiunse: “il Congo ha così sete di pace che sta combattendo per mantenerla e che si è conquistata con tre guerre. Ma è un gigante dai piedi fragili”. Infine parlando del suo ruolo disse: “fare l’ambasciatore è un po’ come una missione: secondo me quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio”.