L’omicidio di Luca Attanasio potrebbe essere legato al racket dei visti per l’Europa. Inizialmente si parlava di una rapina, ma sta emergendo un’altra verità riguardo la morte dell’ambasciatore italiano, ucciso in un agguato il 22 febbraio 2021 a Goma, nel nord del Congo, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. Il diplomatico voleva denunciare una compravendita di visti per l’area Schengen. In Congo, dove lo stipendio medio mensile è di circa 200 euro, un visto per l’Europa può valere tra 5 e 6mila euro. A denunciare un tentativo di corruzione proprio nell’ambito dei visti è stato il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe, eletto nella circoscrizione estera dell’America centrale e settentrionale, il quale dopo il suo esposto è finito sotto scorta per le minacce ricevute.
«La quantità di persone che arrivano in Italia con visti business e turistici supera di gran lunga quello di chi arriva con i barchini. Tra l’altro chi arriva in aereo non viene controllato quanto chi arriva via nave e questo pone una questione importante di sicurezza nazionale», dichiara l’onorevole Di Giuseppe a Il Tempo, aggiungendo che anche lui ritiene che la morte di Luca Attanasio possa essere legata al racket dei visti per l’Europa. Infatti, per fare chiarezza sulla vicenda ha presentato un esposto alla procura affinché si conducano nuove indagini.
OMICIDIO LUCA ATTANASIO, SPUNTA UNA NUOVA PISTA
«Ricevo ogni giorno telefonate, da tutto il mondo, di funzionari e ambasciatori “fedeli” che mi raccontano tutti la stessa storia», aggiunge Di Giuseppe a Il Tempo. Quello del racket dei visti per l’Europa è un giro d’affari enorme, che consente a chi arriva in Italia di chiedere anche il ricongiungimento familiare, spesso con persone che in realtà sono parenti fittizi. Ci sarebbero morti sospette che proverebbero come il fenomeno sia dilagante. Quella di Mauro Monatti, ispettore della Farnesina trovato morto nel 2016 nella sua abitazione a Caracas, in Venezuela. Si era parlato di morte violente, poi di malore, ma il corpo è stato cremato e quindi sarà difficile arrivare alla verità.
Questo è solo uno dei casi di cui l’onorevole Di Giuseppe si sta occupando, partendo da un’inchiesta della giornalista Antonella Napoli. Nel frattempo, il gup del tribunale di Roma ha convocato per il prossimo 30 novembre un funzionario della Farnesina che dovrà riferire sulla prassi per le comunicazioni con i funzionari del Ministero degli Esteri non in servizio in Italia in merito al procedimento penale per gli omicidi di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. La verità sul caso potrebbe scoperchiare un vaso di pandora più profondo di quel che sembra.