La Regione Lombardia scende in campo nuovamente per chiedere la verità su quanto accaduto a Luca Attanasio, il povero ambasciatore italiano in Congo, originario di Limbiate (provincia di Monza e Brianza), ucciso in circostanze non poco chiare durante una missione umanitaria. Ieri, come specificato da Rai News, il consiglio regionale della Lombardia ha accolto il padre di Luca Attanasio, il signor Salvatore, anticipando il voto all’unanimità circa una mozione presentata dall’opposizione che ha chiesto appunto giustizia per l’ambasciatore ucciso tre anni fa. L’occasione è stata propizia per mandare un messaggio in vista dell’udienza preliminare che si terrà a Roma fra una settimana e che deciderà se si dovrà effettuare un meno un processo per stabilire eventuali responsabilità circa la mancata protezione del convoglio diplomatico, e fino ad ora i due funzionari Onu sul banco degli imputati hanno replicato opponendosi attraverso l’immunità.
“Non dimentichiamo che l’ambasciatore Luca Attanasio era un lombardo e quindi è quantomeno doveroso che la Regione Lombardia chieda chiarezza su quello che è accaduto. Detto questo noi confidiamo nella saggezza della nostra magistratura”, sono le parole del padre della vittima. Sulla vicenda si è espresso anche il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, presente ieri a Palazzo Pirelli ha margine appunto della seduta del consiglio regionale.
LUCA ATTANASIO, REGIONE LOMBARDIA A FIANCO DELLA FAMIGLIA: IL COMMENTO DEL GOVERNATORE FONTANA
“Con il padre di Luca Attanasio abbiamo condiviso la necessità di giungere alla verità dei fatti che hanno portato all’uccisione di suo figlio. Fin dall’inizio di questa triste vicenda siamo stati al fianco della famiglia conferendo, in memoria di Luca, il ‘Premio Rosa Camuna’, il più importante riconoscimento della Regione Lombardia”, queste le parole del governatore lombardo riportate da Lombardianotizie.online. Ricordiamo che nell’attacco che portò alla morte di Luca Attanasio, avvenuto a febbraio del 2021, morirono anche il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo.
Al momento in Congo sono stati condannati i 6 ritenuti responsabili diretti del triplice omicidio, ma per la famiglia di Attanasio si tratta solamente di una parte della verità, e avrebbe voluto che lo Stato si costituisse parte civile nel processo, così come fatto dal comune di Limbiate.