E’ stata una vita davvero esagerata quella di Luca Barbareschi, artista a 360 gradi, intervistato nelle scorse ore dai microfoni del Corriere della Sera. Una vita esagerata e iniziata molto presto visto che fin da bambino Luca Barbareschi è stato di fatto indipendente come un adulto: «Mio padre era in Arabia Saudita per lavoro. Mi metteva su un aereo della Middle East Airlines che entrava a Beirut e da lì proseguiva per Gedda. Ero molto indipendente, da quando avevo sei anni… Andavo a scuola da solo. Il tram costava 70 lire, ne davo cento e avevo il resto di trenta. Con le 10 lire facevo il sacchetto e andavo in banca, dove ne guadagnavo 50 sul cambio». Poi da ragazzo, il trasferimento negli Stati Uniti, altro periodo magico: «Come era la mia vita da star? Bellissima. Vivevo in un attico sul Sunset Boulevard sullo stesso piano di Whoopi Goldberg, avevo l’aereo privato per le convention, un’auto a disposizione h24 e viaggiavo solo in top class in aereo, quando ancora mi facevano fumare il sigaro. Ero veramente viziato».



E a proposito del periodo americano, Luca Barbareschi ha in mente un chiaro fermo immagine: «Max’s Kansas City. Siamo io, Oliviero Toscani, Mick Jagger, David Bowie, Lou Reed ed Andy Warhol. Ero il protagonista di Almost Famous. Come sono entrato in questo giro? Grazie a Oliviero Toscani, di cui avevo fatto l’assistente a Milano: con il mio amico Andrea Ballo gli cambiavamo le pellicole. A New York mi mise a disposizione un loft alla Carnegie Hall, dentro il regno di Judi Garland».



LUCA BARBARESCHI: “SEI FIGLI? NE HO CINQUE PERCHE’ UNO…”

Tanto spettacolo e arte, ma anche l’amore e la famiglia, del resto Luca Barbareschi ha sei figli: «Cinque. Lei si riferisce a Michael, che ha 48 anni e fa l’avvocato: ho scoperto la sua esistenza vent’anni fa a un party a New York, me l’ha confessato una ex. Sono pentito di averlo rivelato. Perché? I figli sono quelli che cresci, con i quali c’è una tensione emotiva importante. Per come vivevo in quegli anni potrei averne altri 800».

Chiusura dedicata alla moglie, Patrizia Fachini: «Quando ho capito che era lei? Durante un viaggio in barca alle bocche di Bonifacio, mare forza 7, io al timone. “Ora vomita e la scarico”, pensavo. E invece lei sparisce per un’ora sottocoperta e torna su con la pasta con la ‘nduja al dente. Una macchina da guerra».