Luca Barbarossa è intervenuto in qualità di ospite a “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin e andata in onda nel pomeriggio di oggi, sabato 10 aprile 2021. Il cantante ha raccontato di essere cresciuto nel mito di Adriano Panatta, con il quale “condividevo l’insegnante di tennis. Praticavo sport a livello agonistico e facevo tornei in giro per l’Italia, ma non ottenevo gli stessi risultati di Adriano”.



A trasmettere a Luca Barbarossa la passione per la musica è stato il papà: “Io ho avuto una famiglia allargata, nel senso che i miei genitori si separarono negli anni Sessanta. Il mio padre biologico era un po’ il mio compagno di giochi. Mi portava ai concerti e per me era un mondo fantastico. Sono stato e sono tuttora un artista di strada: significa incontrare la gente, conquistare un pubblico non con la popolarità, ma con la forza delle canzoni. Ho iniziato in piazza Navona e da allora ho fatto il giro d’Europa con la chitarra e il sacco a pelo”. La sua esperienza da militare è durata due sole settimane, per poi lasciare spazio alle vittore del Festival di Castrocaro e del Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte, classificandosi poi quarto all’esordio tra i big. Che papà è Luca Barbarossa? “Io e mia moglie Ingrid siamo molto attenti a tutti gli aspetti, credo che abbiamo il dovere di assecondare le passioni dei propri figli”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

Luca Barbarossa: “Ho tre figli, rapporto meraviglioso”

Uscirà in libreria il 13 aprile il nuovo libro di Luca Barbarossa Non perderti niente (Mondadori), un romanzo di formazione pubblicato al momento giusto, vale a dire due giorni prima del suo sessantesimo compleanno. Per l’occasione, il cantautore e conduttore radiofonico sarà ospite a Verissimo per un’accorata intervista con Silvia Toffanin, in cui parlerà approfonditamente della trama del romanzo e della sua vita attuale. In generale, Luca può dirsi soddisfatto: “Il mio bilancio non può che essere positivo…”, afferma in un’intervista pubblicata su 7 due giorni fa. “Ho girato il mondo come musicista di strada, poi più affermato, collezionato esperienze da single e da sposato. Ho tre figli, un rapporto meraviglioso, ma è ovvio che ogni scelta comporti delle rinunce. Il senso di non perdersi niente è un po’ figlio di questo tempo”. Lui, in fondo, non rimpiange nulla, nemmeno alcuni episodi di una gioventù vissuta in provincia che a suo modo l’hanno segnato (in positivo).

Luca Barbarossa e i suoi ricordi tra Roma e Mentana

I suoi genitori erano originari di Mentana, vicino Roma, ma Luca Barbarossa non ha mai avuto smanie di indipendenza: “La provincia è meravigliosa, ti dà una marcia in più perché non vedi l’ora di evadere”, spiega. “A mamma un po’ rinfaccio di avermici portato, ma se non fossi vissuto a Mentana probabilmente non sarei mai diventato un cantautore. Abitavamo in un posto isolatissimo, in aperta campagna, ci vollero tre anni per mettere il telefono fisso a casa, senza patente noi ragazzi eravamo isolati”. Ma i suoi ricordi d’infanzia – quelli più importanti, forse – li colloca quasi tutti a Roma: “Sono nato in via di San Giacomo e nonno Luigi, romanista, faceva il barbiere in via della Croce, lo chiamavano ‘Forbicetta d’oro’. Ricordo i siparietti con il suo amico, proprietario del ristorante Otello alla Concordia in via Mario de’ Fiori, che invece era laziale. Quando perdeva la Roma, nonno era costretto a servire ai tavoli, se perdeva la Lazio a Otello toccava spazzare via i capelli appena tagliati. Tutta la strada partecipava, era un paese, non erano ancora arrivati gli investitori stranieri. Si respirava una romanità sorniona, divertente e divertita, molto lontana dall’incattivimento della metropoli che è arrivata dopo”.

Luca Barbarossa: “Mi sveglio presto e scrivo canzoni”

A parte la sua attività di cantautore, Luca Barbarossa porta avanti con successo anche un programma radiofonico, Radio2 Social Club, in onda dal lunedì al venerdì su Rai Radio2 a partire dalle 10.35. A proposito del suo impegno pressoché quotidiano, Barbarossa racconta: “La mattina mi sveglio presto, devo essere performante, ma sono sveglio dalle quattro e mezza. Nello stato di dormiveglia spesso mi vengono in mente strofe intere, le ripeto all’infinito fino a memorizzarle e appena mi alzo le trascrivo. A volte il fatto di tenere acceso il cervello anche di notte mi è utile per Radio2 Social Club”.