La scomparsa di Luca Catania sarà al centro della seconda puntata di Chi l’ha Visto Speciale 2019. L’uomo, carabinieri in servizio a Finale Ligure, fece perdere le tracce il 7 ottobre 2016 ma a quasi tre anni dalla sua sparizione da Savona, il giallo prosegue senza nuovi appigli e portando ormai la sua famiglia a pensare al peggio. Al momento della misteriosa scomparsa, Luca aveva 46 anni, sposato e padre di famiglia. Erano le 8.30 quando avvertì la moglie Silvana di stare per andare al lavoro. Al tempo stesso disse ai colleghi che quella mattina aveva altri impegni. Quindi uscì dalla sua casa di Magliolo e da allora fece perdere ogni suo contatto sprofondando nel nulla. Luca, quella mattina, aveva un appuntamento con qualcuno? Dove si recò realmente e come mai mentì sia alla sua famiglia che ai colleghi di lavoro? Domande, queste, rimaste fino ad oggi senza risposte nonostante i numerosi appelli dei familiari che in questi anni non si sono mai arresi e che anzi sperano di poter avere anche solo un piccolo appiglio dal quale ripartire.
LA LETTERA ANONIMA A CHI L’HA VISTO
Sono tanti i misteri che si annidano dietro la scomparsa del carabiniere Luca Catania. Proprio la trasmissione Chi l’ha visto, che sin dall’inizio si è occupata del caso accogliendo costantemente gli appelli dei familiari, nel marzo dello scorso anno rivelò alcune importanti novità a distanza di cinque mesi dalla sparizione dell’uomo. Alla redazione del programma giunse una lettera anonima che diede nuovi spunti sui quali concentrare l’attenzione rispetto al caso del carabiniere scomparso: “Dovreste concentrare la vostra attenzione sulla figura di questo ex carabiniere “amico” Luciano con il quale condivideva una alquanto sospetta passione per i telefonini e altri articoli dello stesso genere”, si leggeva nella missiva. All’interno della lettera anonima si faceva poi riferimento anche ad un presunto “traffico di merce rubata” del quale anche i colleghi di Catania ne avrebbero dovuto sapere qualcosa. “Non dovreste però colpevolizzare Luca che è solo una vittima di questo sistema nel quale ci troviamo tutti a vivere”, aveva ancora scritto il misterioso mittente, per il quale la famiglia dell’uomo è giusto che sappia quale sia la “verità”.
LUCA CATANIA ED IL GIALLO DEL CELLULARE
Se, quindi, in un primo momento la famiglia di Luca Catania aveva sperato in un allontanamento volontario, forse le cose sarebbero andate diversamente. L’uomo citato nella lettera anonima fu ascoltato più volte dagli inquirenti anche dopo la denuncia di scomparsa da parte della famiglia del carabiniere. Si tratta di un ex uomo dell’Arma che ha di fatto ammesso di condividere con Luca la passione per i cellulari e di avere avuto in passato un problema dopo l’acquisto online di un cellulare risultato rubato. Lo stesso specificò però la totale estraneità di Luca Catania. E’ possibile che la chiave del giallo possa essere proprio nel cellulare dell’uomo scomparso e nei suoi contatti? Dai tabulati telefonici emerse che i rapporti tra Luca e l’ex carabiniere si erano interrotti 4 mesi prima della scomparsa. Ma avvenne un fatto strano, citato proprio dalla trasmissione di Raitre: Luca, così legato al suo cellulare, quella mattina lo lasciò a casa, in un marsupio, spento. Tuttavia si riattivò alle 18.24, quando fu proprio l’amico a sostenere di averlo chiamato dopo aver ricevuto un sms che lo avvertiva di essere nuovamente raggiungibile. A rispondere fu però una voce diversa da quella di Luca. Qualcuno, dunque, si introdusse nell’abitazione? I misteri, da allora, non sono mai stati chiariti.