Il 28 luglio prossimo Luca Delfino, definito “il killer delle fidanzate”, lascerà il carcere di La Spezia per essere trasferito in una Rems (Residenza per le misure di sicurezza), leggasi Villa Caterina a Genova Pra’. Qui vi resterà sei anni e mezzo, come specificato dal sito del Corriere della Sera, in quanto «socialmente pericoloso». Il trasferimento era stato annunciato da tempo e aveva gettato in allarme i residenti della zona che avevano dato vita ad una petizione segnalando quanto fosse facile scappare da Villa Caterina. Del resto le Rems non sono delle strutture carcerare ma la direzione del centro ha comunque cercato di rassicurare i residenti della zona, avendo annunciato di aver rafforzato la vigilanza anche con l’ausilio di un esperto di arte marziali.



Riccardo Lamonaca, legale di Luca Delfino, ha commentato: «Non credo che ci sia pericoloso per i residenti. Temo piuttosto la sua reazione a una vita in comunità, dopo anni di detenzione solitaria alla quale teneva molto». L’avvocato assicura comunque che «è stato un detenuto esemplare». E ancora: «Ho parlato con lui una settima fa e non vede l’ora di poter iniziare questa nuova vita fuori dal carcere. L’unica sua richiesta era di poter stare in una stanza da solo, ma non sarà facile accontentarlo visto che nella Rems non sono previste sistemazioni singole. Conoscendolo temo che non sia ancora pronto a socializzare con gli altri ospiti».



LUCA DELFINO LASCERA’ CARCERE: “HO PAURA DI QUEST’UOMO”

Quando giungerà nella Rems potrà incontrare una volta al mese i famigliari, a cominciare dal padre e dalla sua seconda compagna che è la donna che l’ha cresciuto, mentre la madre naturale era morta quando Luca Delfino era piccolissimo, dopo essersi suicidata.

«Ho paura di quest’uomo. Sono certa che farà ancora del male… una volta fuori verrà ad uccidere anche me», ha più volte denunciato Rosa Tripoli, la madre di Antonella Multari, ex fidanzata di Delfino uccisa con 44 coltellate nel 2017. «È un predatore narcisista, una volta fuori tornerà a caccia di altre donne e sono seriamente preoccupata che possa uccidere ancora», ha invece spiegato Bruna Biggi, la sorella di Luciana, morta nel 2006 e per cui Delfino venne processato e poi assolto.