«Il virus avverte la pressione dei vaccini. E scappa. Scappando muta, continuerà a farlo. E le varianti future saranno più temibili delle attuali. È l’ultima sorpresa che questo virus ci riserverà prima di una convivenza pacifica»: così Luca Guidotti ai microfoni di Avvenire. L’immunologo e virologo ha fatto il punto della situazione sulla pandemia e ha le idee chiare sulle future evoluzioni: il cambio di passo nella lotta al Covid-19 potrebbe arrivare grazie «ad una comune compressa da prendere per bocca, un antivirale. Non è dietro l’angolo ma neanche lontanissimo».



Luca Guidotti ha spiegato che non è possibile prospettare tempi per la “pacificazione” tra noi e il virus, ma il Covid sta già cambiando alcune parti del suo bagaglio genetico è questo probabilmente è un buon segno. Discorso diverso per quanto riguarda le varianti: «Credo che sotto la crescente pressione vaccinale dovrebbero emergere varianti in grado di eludere la capacità dei vaccini di limitare la trasmissione del virus. Ma eludere la trasmissione non significa eludere l’efficacia del vaccino nel contenere la progressione severa della malattia e quindi della morte. Vaccinando sempre più, con ogni tipo di vaccino, ridurremo la malattia severa e i decessi. Contro le varianti ci attrezzeremo con antidoti modificati e probabili richiami annuali fino a un punto in cui il virus sarà endemico».



Luca Guidotti: “Chi ha avuto il Covid-19 è più protetto di un vaccinato”

Nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di Avvenire, Luca Guidotti ha messo in risalto gli errori commessi nella campagna vaccinale, a partire da quelli registrati in Gran Bretagna, dove Boris Johnson ha optato per lo spostamento del richiamo di Astrazeneca per offrire un po’ di copertura a tutti. Una scelta con una sua logica, ma per l’immunologo rappresenta anche una follia, «perché ha permesso al virus di evolvere a questa pressione anticorpale parziale, dandogli la possibilità, un domani, di eludere quel tipo di vaccino». Luca Guidotti ha poi acceso i riflettori sul ruolo dei linfociti T, specializzati nel riconoscimento delle cellule infettate da virus, secondo lui questi globuli bianchi danno più protezione rispetto agli anticorpi vaccinali: «Vuol dire che chi ha avuto il Covid-19 è più protetto di un vaccinato? Esatto. E non solo. Questa immunità naturale dà una protezione contro tutto il virus, non solo dalla Spike, e quindi gli ex pazienti saranno molto più al riparo anche dalle nuove varianti». Tornando sugli antivirali, l’esperto ha spiegato che Pfizer è più avanti nella corsa alla produzione, con una molecola che sembra in grado di agire su diversi coronavirus.

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