Luca Manfredi, il figlio dell’immenso e compianto Nino, è stato fra gli ospiti di questa mattina di Dedicato. Ha scritto un libro dal titolo ‘I 100 volti di mio padre Nino’: “Un libro molto sincero, semplice – spiega il figlio di Manfredi parlando con Serena Autieri in diretta tv su Rai Uno – che si legge in tre giorni, racconto il mio rapporto con mio padre senza fare sconti, racconto la verità, il Nino vero, l’ho dedicato a mia mamma, il vero pilastro della nostra famiglia, senza mamma mio padre si sarebbe perso”. E ancora: “Mamma ha tenuto insieme i pezzi con grande maestria, ha gestito mio padre che era un uomo complesso”.



Nino Manfredi non è stato un padre presente quando Luca era piccolo per ovvi motivi: “Mio padre ha dedicato la sua vita al suo lavoro che amava tantissimo forse più di ogni altra cosa e ha un pochino trascurato affetti e famiglia ma si sa che per fare bene questo lavoro bisogna avere una dedizione totale quindi lo giustifico”. I due hanno comunque poi recuperato: “Io vedevo i miei compagni che avevano questo rapporto amicale con i padri e io non potevo, mio padre non c’era mai, mai venuto a prendermi a scuola e mai venuto a vedere una gara sportiva, poi abbiamo recuperato tanti anni dopo perchè abbiamo lavorato insieme per 20 anni, abbiamo fatto spot, serie tv, film tv, film per il cinema, un rapporto molto forte. E’ stato molto bello lavorare con lui, è stato un maestro straordinario ma non aveva un carattere facile”.



LUCA MANFREDI: “QUANDO MI SONO ISCRITTO A MEDICINA…”

Luca Manfredi lavora nel mondo dello spettacolo ma ha avuto una deviazione: “Mi ero iscritto a medicina, una deviazione dovuta alla mia timidezza, non mi sentivo adatto a questo mondo, io sono ancora timido, poi convinto da zio, fratello di papà, che era un primario chirurgo oncologo, mi sono iscritto; secondo lui avrei avuto il carattere giusto per fare il chirurgo, ma quando sono entrato in sala operatoria sono svenuto”. E ancora: “Quando rivedo mio padre cosa provo? Sono abituato, a 17 anni dalla sua scomparsa ogni tanto me lo trovo in tv che mi parla davanti con battute che conosco a memoria ma che non mi stanco mai di ascoltare, e come se fosse ancora qui con noi”.



In studio arriva anche l’attore Michele Laginestra: “Nino era un punto di riferimento artistico importante, ti faceva ridere e commuovere. Quando ho visto la prima volta Nino mi sono emozionato: Nino venne a Teatro 7 dove una compagnia amatoriale decise di mettere in scena uno spettacolo che aveva scritto Manfredi. Lui si nascondeva in un piccolo soppalco e tutte le sere vedeva lo spettacolo”. Quindi Laginestra ha aggiunto e concluso riferendosi a Luca e Nino Manfredi: “Lavorare con il figlio non è semplice, io ho mio figlio sul palcoscenico e lo massacro”.