Passata in sordina, schiacciata tra i risultati delle Amministrative e lo scontro sul tema fiscale nel Governo, la chat pubblicata ieri (del sito di incontri gay, Grinderboy, ndr) tra Luca Morisi – ex responsabile social della Lega – e i due ragazzi rumeni protagonisti della vicenda che vede il leghista indagato per cessione di stupefacenti.



Una chat che conferma due ordini di problemi principali, molto distanti tra loro: in primis, traspare abbastanza evidentemente che la droga portata al “festino” non è stata affatto ceduta da Morisi ai due escort omosessuali, bensì parrebbe il contrario. Questo il passaggio centrale che potrebbe portare allo scagionamento dell’ex “Bestia”: «Cerco qualcuno con cui divertirsi…bere, sballarsi. Ma quando sareste liberi?», scrive Morisi, risposta del rumeno “Alexander”, «Poi ti portiamo anche G. Vedrai ti piacerà molto, ti assicuro». Quel “G” è considerata la “droga dello stupro”, quella che i due ragazzi avevano raccontato di aver preso da Morisi: la chat dice l’esatto opposto e si profila una possibile archiviazione nei prossimi giorni. Gli inquirenti iniziano dunque a ricostruire come vi possa essere stato un ricatto da parte dei due rumeni in merito al “festino” e che, ma è ancora solo un’ipotesi, al rifiuto del leghista di pagare una somma per il “silenzio” sia scattata l’intera vicenda e denuncia dei due ragazzi alle autorità.



LA CHAT PUÒ SCAGIONARE MORISI: INTANTO PERÒ LO SPUTTANAMENTO…

Il secondo punto che però emerge dall’intera storia delle chat che hanno riempito le pagine dei quotidiani, è invece legato all’opportunità e l’effettiva utilità di pubblicare atti del genere (tra l’altro frutto delle indagini in piena fase istruttoria, dunque già vietato dalla legge di farle pervenire ai giornali): la chat ora può scagionare Morisi, ma intanto i “vizi privati” di un cittadino, pur legato alla politica che sia, spiattellati in prima pagina per sempre. Senza un’effettivo reato, in forma illegale e con il preciso intento politico di gettare “fango”: non è la prima volta, ma purtroppo temiamo non sarà neanche l’ultima se non cambierà qualcosa nel radicamento culturale e legale di questo Paese. Ci permettiamo di segnalare in conclusione due messaggi lanciati da due politici di opposte fazioni, accomunati però da un’esigenza garantista che prescinde dalla “fede politica” di questo o quel personaggio sbattuto in prima pagina e sputtanato per motivi politici: prima Enrico Costa (Azione-Calenda) su Twitter scrive, «Sui giornali ci sono, parola per parola, le chat con i messaggi tra Morisi ed i suoi interlocutori. Atti di indagine, in piena fase istruttoria. Vietatissimo. E nessuno si scandalizza. Perché a qualcuno la pubblicazione fa comodo per sputtanarlo, a qualcun altro per scagionarlo». Gli fa eco l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto «Provate a pensare alla peggior litigata che avete avuto nella vita, in privato, con le persone a voi più care: Moglie, marito, figli, fratelli, parenti o colleghi. Pensate di vederla trascritta sul Corriere o Repubblica o La Stampa o Topolino, con pezzi virgolettati nel titolo».

Leggi anche

Andrea Beretta si è pentito/ Capo ultras Inter collabora coi pm: emergerà verità sull'omicidio Baiocchi?