I pm della Procura di Verona hanno chiesto l’archiviazione per Luca Morisi: non andrà dunque a processo l’ex spin doctor della Lega e di Matteo Salvini dal momento che non sarebbe stata di sua proprietà la droga dello stupro (avendo questi sempre negato di averla procurata e pur ammettendo di aver acquistato della cocaina per quella serata trascorsa in casa con due giovani rumeni lo scorso 14 agosto a Belfiore). Secondo i magistrati della Procura scaligera, infatti, il caso legato all’ideatore della cosiddetta “Bestia” va archiviato per la “tenuità del fatto”: dunque, a meno di sorprese e in attesa che la parola passi al gip, cala il sipario su questa vicenda e a un mese di distanza dall’interrogatorio in cui il diretto interessato aveva negato di aver commesso i reati contestatigli.



Come si legge in una ricostruzione della vicenda sul “Corriere della Sera”, la tesi del 48enne mantovano sarebbe stata avvalorata dalla lettura dei messaggi inviati quella notte e rimasti nelle chat dei protagonisti, da cui si evince che la droga dello stupro sarebbe stata portata nella abitazione da uno dei due rumeni. Infatti quella notte Morisi contattò via chat un escort che viveva a Milano, chiedendogli di raggiungerlo a Verona; dopo il festino a base di sesso e droga, ecco alle 15.30 del giorno successivo una telefonata ai Carabinieri in cui si denunciava un furto. Al loro arrivo gli uomini delle forze dell’ordine trovarono in strada Morisi e i due giovani nel bel mezzo di un litigio e, a seguito delle reciproche accuse, era scattata la perquisizione.



LUCA MORISI, CHIESTA ARCHIVIAZIONE DAI PM: ORA LA PALLA PASSA AL GIP

La versione di Morisi sulla cocaina, indagato per cessione e detenzione di stupefacenti, è stata confermata e va ricordato che lo stesso ex guru della Lega aveva consegnato di sua spontanea volontà ai Carabinieri una bustina contenente 0,31 grammi: da lì la denuncia per tutti e tre gli uomini per cessione di stupefacenti, e le successive dimissioni del responsabile della comunicazione che lo scorso 1° settembre, dopo essersi confrontato col suo legale, informava anche Salvini e faceva un passo indietro parlando di “motivi personali”. Come spiega il sopra citato articolo del quotidiano milanese, non è ancora stata definitivamente archiviata l’ipotesi  giornalistica che quell’incontro di sesso a pagamento fosse una trappola architettata ai danni di Morisi da esponenti politici anche vicini a lui ma che non lo vedevano di buon occhio.



Ad ogni modo, il diretto interessato aveva subito chiesto scusa per il suo comportamento, pur ribadendo di non aver commesso alcun reato e che il cuore della vicenda verteva solamente su quella era stata una “grave caduta come uomo”. Inoltre in merito alle ricostruzioni della notte di quel 14 agosto, anche i due giovani rumeni non negano di essere stati loro a portare la droga e confermano quando detto da Morisi a proposito del fatto che fu il 48enne invece ad offrire loro della cocaina “per la serata”. Insomma, pare non ci sia stato alcun accordo preventivo fra i tre per consumarla assieme, cosa che -come aveva già ricordato il suo legale- esclude di conseguenza l’illecito del “consumo di gruppo”.