Luca Palamara rinviato a giudizio: andrà a processo per corruzione con l’amica Adele Attisani, accusata di concorso in corruzione. La decisione l’ha presa ieri il gup Piercarlo Frabotta. Ma l’ex pm resta sereno: «L’udienza preliminare è un passaggio stretto e obbligato. Sono certo che l’udienza pubblica servirà a far emergere la verità e la mia innocenza», ha dichiarato a Il Giornale. Palamara promette, dunque, battaglia: «Continuerò sempre a battermi per una giustizia giusta». La sua convinzione, condivisa dai suoi legali, è che in udienza le accuse siano state ridimensionate e che quindi la partita sia ancora aperta. «Non temiamo l’approfondimento dibattimentale e siamo certi che si potranno chiarire a 360 gradi tutti gli aspetti di questa vicenda ed emergerà pienamente l’innocenza del mio assistito», le parole dell’avvocato Benedetto Buratti, che difende Palamara con il collega Roberto Rampioni.
Giuseppe Rossodivita, segretario del Comitato Radicale per la Giustizia, si aspetta un «processo giusto e pubblico». La sua speranza è che il tribunale non faccia come la disciplinare del Csm, «che si illuse di tenere nascosto il sistema delle correnti». (agg. di Silvana Palazzo)
PALAMARA RINVIATO A GIUDIZIO PER CORRUZIONE
Andrà a processo Luca Palamara, ex consigliere del Csm accusato di corruzione. Secondo quanto reso noto in queste ore da Repubblica.it, il gup di Perugia Piercarlo Frabotta ha deciso che Palamara dovrà rispondere direttamente davanti alla Corte delle utilità ricevute dall’imprenditore Fabrizio Centofanti. Per l’accusa ciò sarebbe avvenuto in cambio della sua funzione. Il processo prenderà il via il prossimo 15 novembre e vedrà sul banco degli imputati oltre a Palamara anche l’amica Adele Attisani, anche lei accusata di corruzione.
Ad essere assolto in abbreviato, come riferisce Il Fatto Quotidiano nell’edizione online, l’ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio per il quale era stata chiesta la condanna a 8 mesi con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio in merito a due differenti episodi. Per l’imprenditore Centofanti il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento a un anno e sei mesi dopo le recenti dichiarazioni spontanee rese ai pm di Perugia. Subito dopo i magistrati avevano modificato il capo di imputazione contestando la corruzione in concorso per l’esercizio delle funzioni, e non più la corruzione in atti giudiziari.
LUCA PALAMARA A PROCESSO: IL COMMENTO DI CANTONE
Secondo le accuse rivolte a Luca Palamara, l’ex consigliere del Csm avrebbe percepito presunte utilità per sè e per Attisani per “l’esercizio delle sue funzioni e poteri” consentendo a Centofanti di “partecipare a incontri pubblici e riservati cui presenziavano magistrati, consiglieri del Csm e altri personaggi pubblici con ruoli istituzionali nei quali si pianificavano nomine e incarichi direttivi”. In tal modo avrebbe permesso a Centofanti “di accrescere il suo ruolo di ‘lobbista’”. In base alla ricostruzione della procura di Perugia, le presunte utilità vennero fornite a Palamara anche per “la disponibilità di accogliere richieste di Centofanti finalizzate a influenzare o determinare anche tramite i rapporti con altri consiglieri del Csm o di altri colleghi, le nomine e gli incarichi da parte del Consiglio medesimo e le decisioni della sezione disciplinare del predetto organo”. All’imputato viene contestata anche la rivelazione e l’uso dei segreti di ufficio. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, all’Ansa ha commentato: “Siamo consapevoli che è solo un primo passo perché siamo in udienza preliminare ma è comunque un passo importante”. L’udienza preliminare, ha aggiunto, è stata lunga e complessa e in merito alla decisione del giudice, ha proseguito, “è stata una decisione ponderata presa dopo avere fatto tutti i dovuti approfondimenti. Un’attività articolata che conferma la correttezza dell’attività d’indagine della Procura e la correttezza delle modifiche operate al capo d’imputazione”.