Luca Palamara

sarà ascoltato il prossimo 21 luglio nella prima udienza del suo processo disciplinare sul caso Anm-Csm: la conferma arriva poche ore dopo il nuovo intervento in tv del magistrato espulso dal “parlamentino” dei giudici e sospeso dal Consiglio Superiore della Magistratura. A “Fatti e Misfatti” su Tg Com24 Palamara ha svariato dal suo caso “scottante” fino alle recenti novità sul fronte giustizia per quanto riguarda la sentenza Mediatrade contro Berlusconi: «Sono dei fatti rispetto ai quali deve essere interesse di tutti chiarire e comprendere che cosa è accaduto», sostiene l’ex capo dell’Anm a domanda posta dal conduttore Paolo Liguori. Non solo, dopo l’audio uscito del giudice Franco in Cassazione (che parla di «ingiustizia» e «sentenza già scritta» contro Silvio Berlusconi nel caso Mediatrade del 2013) Palamara aggiunge «Conosco dei pezzi importanti di questa storia». È stato chiesto al giudice che tra qualche settimana affronterà la prima fase dell’udienza preliminare cosa ne sarà del suo futuro prossimo dopo lo scandalo emerso in sede Csm «Il mio intendimento è di rimanere nella magistratura e di tornare a fare la mia professione».



LUCA PALAMARA TRA GIUSTIZIA E TROJAN

Per poterlo fare però dovrà uscire “immacolato” dal processo in sede Csm con il rischio espulsione invece assai probabile secondo le fonti del Consiglio Superiore ai media nei giorni scorsi: «Il sistema giustizia va profondamente rimeditato e rivisto, è un sistema che fa fatica ad andare avanti», attacca Palamara ancora a “Fatti e Misfatti” ribadendo come il sistema delle correnti «ha fallito come sistema di spartizione, da un lato ha portato i migliori nei posti più importanti d’Italia ma ne ha penalizzati tanti altri esclusi da questo meccanismo ma avrei timore dell’introduzione del sorteggio».



Inevitabile un passaggio dedicato all’indagine svolta dalla Procura di Perugia contro il suo operato da presidente Anm, in particolare sulla modalità delle intercettazioni svolte sul suo smartphone. «Con i miei avvocati riteniamo esistere un problema molto serio come l’utilizzazione di queste intercettazioni. In alcuni momenti della giornata è perfettamente funzionante, in altri no. Non lo dico io, lo dicono le carte»: secondo Palamara il trojan è stato fondamentale per compiere un salto in avanti come mezzo di ricerca della prova, «salto di qualità nella lotta alla corruzione, alla mafia e al terrorismo. Però c’è un problema grandissimo del reale funzionamento di questi captatori informatici» sottolinea l’ex n.1 Anm. Infine, il problema del trojan per Palamara è sulla sua durata: «è nelle mani di persone che non sappiamo, gestisce una mole di dati di terze persone che risultano catapultate in questa vicenda che mi riguarda ma sono estranee».