«Le correnti dicano tutta la verità e la smettano di coprirsi dietro il mio nome

»: è netto e come sempre “spigoloso” nelle sue dichiarazioni l’ex magistrato di Roma Luca Palamara. Intervistato su “Il Dubbio”, l’ex Csm e Anm risponde a distanza all’intervento della nuova presidente di Unicost Rossella Marro sulla situazione in cui versa la magistratura italiana.



«È come se ci fosse un tappo. Un tappo sulla verità, che però si deve far emergere: va chiarito cosa è stato davvero il sistema delle correnti. Ne sono stato un protagonista, ma non è possibile che si usi ancora il mio nome per compiere operazioni di facciata e dare l’impressione di un falso rinnovamento nell’associazionismo giudiziario», racconta Palamara a Enrico Novi sul “Dubbio” rispondendo alla nuova leader di quella corrente in cui per anni proprio l’ex n.1 Anm era stato la “stella polare”. Marro ha raccontato che Unicost non è mai stata “complice” di Palamara, sottolineando «Non si può parlare di una responsabilità collettiva del nostro gruppo associativo rispetto alle condotte per le quali Luca Palamara è stato condannato in sede disciplinare». Ecco, l’ex candidato alle Suppletive Camera 2021 non ci sta e dà la sua versione: «sarebbe opportuno se a prendere la parola sulle spartizioni correntizie fossero i responsabili dei gruppi, che ne sono stati protagonisti come il sottoscritto, e che però diversamente da me esercitano ancora tutto il loro peso sull’attività delle correnti».



IL MONITO DI PALAMARA AI LEADER DELLA MAGISTRATURA

Palamara spiega come non basta aver scritto un libro contro il “sistema” per risolvere il cancro interno di una magistratura da anni imperniata su gangli di potere molto ben radicati: «nella magistratura è scattato il meccanismo autoprotettivo della casta. Il consigliere Csm raccomandava il collega e compagno di corrente, il quale veniva a trovare il togato amico a Palazzo dei Marescialli e veniva da lui accompagnato in processione dai laici che avrebbero dovuto votare la nomina. Ma quel consigliere aveva l’impressione di aiutare semplicemente uno che faceva parte dello stesso gruppo. Anch’io la vedevo così. Non c’era la percezione dell’illecito» racconta ancora l’ex Anm al “Dubbio”. Ce l’ha con Unicost che prova a “ripulirsi” con un rinnovamento senza però «soffermarsi su quanto è avvenuto sia all’interno del gruppo», ma Palamara parla in realtà a tutte le correnti presenti nella magistratura; «Nomine che Unicost ha concordato con le altre correnti, in cui si sono verificati scambi, pressioni e richieste, che ovviamente ben conosco. Potrei raccontarle in dettaglio, ma credo sia preferibile lo facciano altri. Serve un’operazione verità, non riferirsi a me per far credere, in vista delle nuove elezioni per il Csm, che tutto sia nato e morto nella notte all’hotel Champagne». L’ex magistrato svela di voler scrivere a tutti i costi la seconda parte del “sistema”, non appena presentato alla Corte CEDU tutte le carte e le prove delle sue ricostruzioni su come funziona il mondo della magistratura in Italia: «capro espiatorio? Sì, ma non sto a piangermi addosso. Ho abbozzato quando ero sotto processo disciplinare, adesso guardo avanti e voglio favorire una definitiva operazione verità. Lo chiedono tanti magistrati esclusi dal meccanismo delle nomine e che si aspettano un reale rinnovamento, anziché operazioni rievocative del Gattopardo».