É arrivato l’annuncio tanto atteso: Luca Palamara ha deciso di entrare in politica. L’ex magistrato ha reso noto che si candiderà alla Camera per le elezioni suppletive nel collegio uninominale di Roma Monte Mario-Prima Valle: «Come cittadino libero mi candido per raccontare com’è oggi la magistratura e per cominciare un percorso di cambiamento: presento il mio simbolo come cittadino libero».
Luca Palamara ha evidenziato di volersi mettere a disposizione senza preclusione né per la destra, né per la sinistra: «É stato un periodo di riflessione quello che ha portato alla mia candidatura: tanti cittadini negli incontri pubblici mi hanno chiesto di raccontare ancora di più quanto mi è successo». L’ex presidente dell’Anm ha aggiunto: «Mi batterò per una giustizia giusta, continuerò a parlare e andare avanti sia per la mia battaglia giudiziaria, sia per i cittadini che non vogliono processi lunghi e ingiusti». (Aggiornamento di MB)
L’ANNUNCIO DI LUCA PALAMARA: ENTRA IN POLITICA?
dopo essere stato radiato dalla magistratura – sentenza definitiva della Cassazione che conferma la radiazione del Csm – potrebbe entrare in politica: oggi alle ore 15 presso la sede del Partito Radicale l’ex giudice protagonista degli ultimi “scandali” della magistratura italiana racconterà in conferenza stampa la sua versione dei fatti dopo il libro “Il Sistema”. Ma soprattutto potrebbe annunciare un imminente ingresso in politica, contro quello stesso “sistema” denunciato in questi anni di indagini, inchieste, scandali e scontri con le principali Procure d’Italia.
Nel brevissimo comunicato emerso, l’ex presidente dell’Anm ed ex membro del Csm parlerà di «referendum giustizia, caos procure ed elezioni suppletive»: tra i primi a firmare i 6 quesiti del referendum Lega-Radicali sulla giustizia italiana, Palamara darà certamente la sua versione dei fatti ma potrebbe anche annunciare la clamorosa candidatura con i Radicali alle prossime Elezioni Suppletive del collegio di Roma-Primavalle (voto il 3-4 ottobre assieme alle Elezioni Comunali). Appuntamento oggi alle ore 15 presso la sede del partito in Via di Torre Argentina, con possibile diretta video streaming dalla tv di Radio Radicale e sulle principali reti all-news.
CSM E GIUSTIZIA: LA VERSIONE DI PALAMARA
La presenza del voto d’ottobre tra i temi all’ordine del giorno – richiamati dal comunicato del Partito Radicale – ha alimentato il sospetto in queste ore che l’ex pm di Roma stia realmente pensando di scendere in politica, contrapponendosi a quei partiti con i quali ha “tramato” ruoli e nomine nelle Procure negli anni in Csm ma che ora sembra intenzionato a “smascherare” dopo essere stato radiato definitivamente dalla magistratura. Dopo essere stato il “re” delle correnti nella magistratura, concordando con i partiti di sinistra per anni le nomine – denuncia nel libro “Il Sistema” scritto con il giornalista Alessandro Sallusti – a Palamara non è stato “perdonato” l’aver proposto un magistrato non “di sinistra” alla Procura di Roma: questo, assieme ovviamente al “trojan” piazzato sul suo cellulare, ha fatto scattare il maxi-scandalo delle nomine pilotate, facendo emergere uno scenario finora ancora non del tutto esaustivo del “sistema” di potere interno alla magistratura. «Ipotizzare che io facessi tutto in solitudine è l’equivalente di dire che, anziché vivere giornate torride, in questo periodo usciamo con il cappotto», racconta al “Dubbio” lo stesso Luca Palamara, anticipando alcuni contenuti della conferenza stampa di oggi. In contrasto con quanto stabilito dalla Cassazione, confermando il Csm («Palamara ha agito sulla base di motivazioni assolutamente personali»), l’ex giudice sbotta sul “Dubbio”: «Io e non solo io, ma tutti coloro i quali si sono relazionati con me sanno che ho sempre anteposto gli interessi altrui a quelli personali. Sarebbe bello a questo punto che non fossi più io a parlare, ma che fossero i diretti interessati a raccontare quello che accadeva». In conclusione, un monito che sa anche di annuncio imminente: «La battaglia per la verità e per una giustizia giusta continua». Quasi a dire, non più con i panni del magistrato ma magari con quelli del politico…