Presidente dell’Anm dal 2008 al 2012 e membro del Csm dal 2016 al 2019, Luca Palamara ai microfoni di Porta a Porta ha acceso i riflettori del sistema delle correnti ma non solo. Il sostituto procuratore della Repubblica di Rom – sospeso da funzioni e stipendio per ragioni disciplinari a causa dell’inchiesta giudiziaria – è il grande protagonista dello scandalo nomine della magistratura e ad ascoltare le intercettazioni «c’è disagio e senso di angoscia, non solo verso le persone comuni ma anche verso i tanti magistrati che ogni mattina si alzano per lavorare, tornano a casa e sono totalmente estranei al sistema delle correnti. Il sistema delle correnti, ad iniziare dal sottoscritto, deve chiedere scusa, ma questa non è la visione reale della magistratura: la visione reale è quella dei giudici che lavorano, fanno i processi e che sono totalmente estranei a questo meccanismi». Luca Palamara ha poi spiegato: «Le correnti esistono dagli anni Settanta, è l’organizzazione interna che i magistrati si sono dati. Notoriamente nascono come fenomeno di pluralismo culturale, con due origini molto marcate: un’idea corporativista e un’idea progressista. Nel corso del tempo sono diventati strumenti di potere: tutto ciò che avviene nel mondo della magistratura passa attraverso le correnti».
LUCA PALAMARA: “MAI FATTO FAVORI A RENZI”
Nel caos per le parole su Matteo Salvini emerse dalle recenti intercettazioni
, Luca Palamara ha poi tenuto a precisare: «Ci fu una sfida, soprattutto durante la mia consigliatura: quella di mettere al vertice degli uffici giudiziari i più meritevoli, penso che su questo l’obiettivo è stato raggiunto. Il sistema non funziona su altre situazioni, ad esempio su come si accede in Cassazione ed ai posti semidirettivi: lì è vero, chi non fa parte delle correnti è penalizzato».
Dopo aver affermato di non avere alcuna intenzione di dimettersi, Luca Palamara si è soffermato sulla richiesta di archiviazione della pratica aperta al Consiglio superiore della magistratura su Roberto Rossi, ex procuratore capo di Arezzo e titolare dell’inchiesta su Banca Etruria: «Favore a Renzi? Io non ho mai fatto favori a nessuno, nella mia attività sono sempre stato indipendente. Ho incontrato tante persone, esponenti del mondo della politica e delle istituzioni: nella mia attività da presidente Anm ho sempre avuto contatti con tutti».