Nuove dichiarazioni roventi di Luca Palamara. L’ex membro del Csm e presidente dell’Associazione nazionale magistrati, poi radiato dopo lo scandalo che lo ha riguardato, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Tempo ed è tornato sul caso del trojan inoculato sul suo telefono nel maggio del 2019: «Sarebbe interessante capire perché il trojan nel mio cellulare rimase spento quando ero insieme a Pignatone».
Luca Palamara ha ironicamente parlato di trojan «troppo “intelligente” per essere neutrale e troppo “curioso” per essere votato a scoprire eventuali episodi di corruzione o di mafia, neanche da ipotizzarli». L’ex magistrato ha messo nel mirino le correnti della magistratura, tornando sulle mancate riforme negli ultimi anni (referendum 1987 e riforma di Flick ostacolata nel 1996): «In queste occasioni anziché una comprensione delle posizioni altrui ed uno spirito di autocritica è prevalso l’istinto della conservazione che ha accentuato in qualche modo l’arroccamento ed il prevalere dello spirito di casta».
LUCA PALAMARA IN TACKLE SULLA MAGISTRATURA
Luca Palamara è poi tornato su come venivano gestiti gli incarichi tra magistrati, ribadendo come spesso il merito sia stato sacrificato in nome di equilibri e logiche di corrente, nonché «come moltissimi magistrati lontani da questo tipo di meccanismo siano stati illegittimamente svantaggiati». Un meccanismo che ha coinvolto tutti gli aderenti alle correnti, e non solo lui, mentre sull’ANM ha tenuto a precisare che «è innegabile che tra il 2008 e il 2012 la stessa anche in concomitanza con i processi a Berlusconi abbia assunto un ruolo di opposizione politica». E attenzione, la stessa cosa sta accadendo al leader della Lega Matteo Salvini: Luca Palamara ha sottolineato che la chat divulgata era una conversazione informale e privata con un collega nella quale «ammettevo candidamente che la logica di corrente e di appartenenza aveva Salvini come nemico». Il 51enne ha poi aggiunto: «É indubbio che anche all’interno della magistratura il tema dell’immigrazione viene approcciato politicamente e diventa terreno di contrapposizione tra le diverse idee dei magistrati che compongono i gruppi associativi e che a loro volta confluiscono nell’ANM. Questo volevo sinteticamente dire in quella chat dai contenuti da me espressi in maniera infelice nei confronti del sen. Salvini».