Luca Palamara

, appena espulso dalla magistratura, non ci sta e promette battaglia nell’intervista a Le Iene. Accuse molto gravi nei suoi confronti, che gli sono costate la radiazione: “La partita non è ancora finita”, dice ad Antonino Monteleone de Le Iene. “Io sono consapevole che c’è la volontà di farmi pagare per tutti. Questo sistema delle correnti ha individuato in me un meccanismo che nei fatti è superato”. Chi non appartiene ad una corrente ha meno possibilità di ricoprire ruoli importanti, sembra voler intendere Luca Palamara. “Non mi sembra giusto questo provvedimento perché so di non aver commesso atti illeciti”, ribadisce l’ex consigliere del Csm. “Ho sempre dialogato con le forze di destra e sinistra, è normale che ci si interloquisca con la politica“, precisa a Monteleone. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



LUCA PALAMARA, L’INTERVISTA A LE IENE FA DISCUTERE

Promette di far discutere l’intervista rilasciata da Luca Palamara a Le Iene. Tanti gli argomenti toccati dall’ex consigliere del Csm ai microfoni di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti nel servizio in onda questa sera su Italia Uno, a partire dalle logiche di spartizione che regolano le nomine nella magistratura in Italia. Palamara ha spiegato: “Le nomine in magistratura sono frutto di spartizioni e di accordi tra i gruppi associativi che ciò non significa che non portino poi a individuare una persona meritevole, ma quella persona indubbiamente è una persona che fa parte del meccanismo delle correnti“. Sotto esame sono finiti anche incontri con gli onorevoli Ferri e Lotti per decidere la nomina del Procuratore di Roma. Secondo Palamara, “c’era una contrapposizione sul nome del Procuratore Lo Voi, sostenuto dalla sinistra della magistratura, e quello di Viola sostenuto dalla corrente di destra, io cercavo come al solito di individuare il migliore accordo possibile“. Terzo incomodo era il  procuratore capo di Firenze Creazzo. La Iena però suggerisce: “Creazzo aveva compiuto una cosa imperdonabile dall’area di Lotti, dal punto di vista di Lotti, aveva messo in carcere cioè ai domiciliari Babbo Renzi“. Palamara, però, dal canto suo non pare dare troppo peso alla questione: “Sicuramente non per quanto riguarda il lato di Unicost (corrente di Creazzo nonché dello stesso Palamara), perché in quel momento noi, e meglio ancora, i consiglieri del CSM, trattavano il profilo professionale del dottor Creazzo come è sempre avvenuto nella sua carriera, che è stata una carriera costellata di soddisfazioni per i posti che ha ricoperto, quindi non venivano in rilievo le attività svolte dal procuratore Creazzo nei confronti di questo o quell’imputato. Veniva in rilievo solo come a maturare e coagulare i voti. La mia preoccupazione era che il procuratore Creazzo non venisse sconfitto, e quindi in quel caso, secondo quella che era stata la mia pregressa attività, bisognava cercare di coagulare dei voti, o con la parte sinistra o con la parte destra, e quell’incontro“.



LUCA PALAMARA ALLE IENE: “BERLUSCONI AVEVA RAGIONE”

Nel ricostruire le trame che portarono alla nomina di Ermini come vicepresidente del Csm, Palamara sottolinea di aver avuto contatti con esponenti del MoVimento 5 Stelle come anche di Forza Italia, ad ulteriore riprova che così voleva la prassi: “Funzionava così. Io ho agito in quel sistema. Oggi poi se diventa una situazione diversa, ne prendo atto però fuori dall’ipocrisia, funzionava così bisognava fare degli accordi tra i gruppi per individuare il miglior nome da scegliere, sia per il vicepresidente“. Secondo Palamara, questa logica di accordi tra le correnti avrebbe caratterizzato anche la nomina del procuratore capo di Roma, Michele Prestipino: “Chi individua il nome sono solo i magistrati. La politica, ovviamente, diciamo così dà un indice di ascolto di comprensione di quello che accade perché sono cariche importanti nella vita pubblica del paese e quindi chiaramente non rimane estranea a questi importanti momenti“. Secondo Palamara, gli equilibri tra correnti “prevalgono, prevalgono ovviamente rispetto a un interesse dei cittadini che però devono sapere che le persone che concorrono a quel posto sono persone sicuramente titolate per farlo“.  Molti altri gli argomenti toccati da Palamara nella sua intervista a Le Iene: l’ex presidente dell’ANM dà atto al nemico storico, Silvio Berlusconi, che “il suo allarme sulla politicizzazione della magistratura non era infondato“.  Passaggi interessanti anche sulla cena con Pignatone in cui – Palamara sostiene – il trojan sul suo telefono smise “stranamente” di funzionare: “Come ha funzionato il trojan che mi ha fregato e la strana interruzione delle registrazioni durante la cena con Pignatone? Cosa ci siamo detti quella sera? Se fosse stata trascritta i giornali avrebbero avuto materiale per scriverci sopra“.