Chiara Appendino non fu minacciata dal suo portavoce. Luca Pasquaretta è stato assolto con formula piena dall’accusa di estorsione e corruzione ai danni dell’ex sindaca di Torino e dell’ex sottosegretario Laura Castelli. Non ci fu alcun ricatto per ottenere più soldi. Condannato ad un anno e otto mesi di carcere per peculato in relazione alla finta consulenza di 5mila euro in occasione del Salone del Libro 2017, Pasquaretta incassa invece l’assoluzione in primo grado nel processo per estorsione.



Per i giudici, spiega La Stampa, non ha minacciato Appendino per ottenere incarichi più remunerativi del suo stipendio dell’epoca, cioè 44mila euro lordi. E non lo ha fatto neppure con Castelli, che lo aveva ingaggiato dopo l’uscita dallo staff della collega di partito. Secondo la procura quella consulenza, assegnata per “placare” le richieste economiche di Pasquaretta, sarebbe stata fittizia. L’ex direttore generale del Comune di Torino Beppe Ferrari è stato condannato per concorso in peculato a 1 anno e 4 mesi, stessa pena e stessa accusa per Mario Montalcini, ex vicepresidente della fondazione per il libro.



LUCA PASQUARETTA “NON SONO UN DELINQUENTE”

«Sono cadute le accuse più infamanti», commenta Luca Pasquaretta, il quale a La Stampa rivendica il fatto di aver lavorato a testa bassa per Torino 16 ore al giorno. «Dal giorno in cui ho ricevuto il primo avviso di garanzia sono stato malissimo: anni molto difficili». Resta però la condanna per peculato: «È un rammarico, ma faremo appello per ristabilire la verità. Attendiamo le motivazioni». A proposito dei 5mila euro ricevuti pur non avendo mai lavorato per il Salone, l’ex portavoce di Chiara Appendino precisa di averli restituiti. «Me lo ha chiesto il Movimento per motivi di opportunità legata al divieto dei doppi incarichi. Ma se in Appello mi assolveranno cosa per la quale lotterò insieme ai miei avvocati (che ringrazio) li chiederò indietro quei soldi, perché, al contrario di ciò che sostiene la procura, ho fatto moltissime cose».



Pasquaretta cita il merchandising e il rapporto con la Rai. «Ho creato un sentiment positivo verso il Salone in un’edizione complicatissima per via della concorrenza di Milano. Questo era il mio lavoro». Inoltre, riferisce di aver avuto contatti con Chiara Appendino: «Mi ha detto che era felice per me. Ma non solo lei. L’ho sentita poche volte. Non credo fosse opportuno. Lei è sempre un’amica, una sorella minore che ho dovuto proteggere. In politica c’è anche il fuoco amico, quindi anche una parte dello stesso Movimento».