Luca Richeldi, primario di Pneumologia presso il Policlinico “Angelo Gemelli” di Roma, è stato intervistato dai colleghi de “Il Corriere della Sera” nella giornata di ieri, mercoledì 21 luglio 2021. Un’occasione rivelatasi utile per fare il punto della situazione sull’andamento della curva epidemiologica nel nostro Paese e sullo scenario che si prospetta per il prossimo autunno, considerato il recente incremento dei contagi. “I casi positivi salgono – ha annunciato con preoccupazione l’esperto –. Siamo poco distanti dall’incidenza dello scorso ottobre, quando i vaccini non erano ancora arrivati: nell’ottobre 2020 eravamo intorno a 60 casi ogni 100mila abitanti, oggi siamo già sopra i 30″.

Ecco perché, a suo modo di vedere, le polemiche circa l’introduzione del Green Pass obbligatorio in determinati contesti risultano sterili e, soprattutto, inopportune. La realtà, secondo Richeldi, è che il certificato verde va utilizzato: “L’Italia ha investito molte risorse e con successo in una campagna vaccinale senza precedenti. Sarebbe un peccato non sfruttare uno strumento così prezioso per evitare che il quadro dei ricoveri in ospedale peggiori. Sarebbe come avere una laurea in legge e non usarla per fare l’avvocato”.

LUCA RICHELDI: “A OTTOBRE PANDEMIA PER I NO VAX”

Sempre su “Il Corriere della Sera”, Luca Richeldi ha concluso il proprio intervento circa la questione Green Pass definendolo un obbligo indiretto, ma non certamente subdolo. A suo giudizio, è giustissimo e lecito che, nell’interesse della collettività, sia interdetto l’ingresso ai non vaccinati nei luoghi dove non è possibile rispettare le regole di distanziamento e l’uso della mascherina su bocca e naso. Anche perché la stagione autunnale è quasi alle porte e iniziano ad aumentare a dismisura i timori per una nuova ondata: “Ho paura per chi non ha potuto o voluto vaccinarsi. Ci dobbiamo aspettare la pandemia dei non vaccinati, che sono il 15% degli over 60, quelli che non hanno ricevuto nemmeno una dose. Se venissero contagiati, sarebbero in pericolo di morte e malattia grave esattamente come un anno fa. È in questa categoria che si concentra la maggior parte dei decessi”.

Insomma, il vaccino è, allo stato attuale delle cose, l’unico modo per non tornare indietro, per evitare di ricadere nelle restrizioni che ormai tutto il Belpaese conosce e per non danneggiare i più deboli. Inoltre, secondo Richeldi, anche se i reparti di medicina e terapia intensiva non dovessero andare nuovamente in affanno come nei mesi passati, “ci siamo dimenticati però delle cure sul territorio: questo significa avere la possibilità di seguire i malati nelle loro abitazioni, senza che arrivino in ospedale e quindi non togliere spazio e risorse ad altre patologie”.