Terza dose di vaccino anti-Covid al via in tutta Italia, ma non servirà a tutti. A fare chiarezza è intervenuto Luca Richeldi a Agorà Weekend: «La tempistica è piuttosto rapida, la circolare del ministero della Salute è già disponibile e le regioni si stanno già approntando per richiamare le persone che rientrano in queste categorie. Sono le categorie che sono state vaccinate per prime, con problematiche del sistema immunitario o con malattie che richiedono terapie immunosoppressive a lungo termine».



Il primario di pneumologia del Policlinico Gemelli ha poi sottolineato: «La terza dose non va vista come un completamento del ciclo vaccinale: il ciclo vaccinale è completo dopo due dosi. La terza dose va vista come un booster – ha precisato Luca Richeldi – come un aiuto ulteriore alle persone con un sistema immunitario meno efficiente a rispondere al vaccino anti-Covid».



LUCA RICHELDI: “VACCINI-VARIANTI, NESSUNA CORRELAZIONE”

Luca Richeldi è poi tornato sulle recenti dichiarazioni di Matteo Salvini sulla presunta correlazione tra vaccini e varianti Covid: «Sostenere che c’è una relazione tra vaccini e varianti è abbastanza difficile, perché le varianti sono nate prima dei vaccini. E sappiamo che queste varianti sono varianti del virus originali, nei confronti dei quali questo vaccino mantiene un’efficacia, altrimenti non si farebbe la terza dose. Le varianti variano una parte minoritaria della sequenza genetica di questi virus, i vaccini mantengono la propria efficacia nel ridurre l’impatto clinico e la mortalità».



«Il ciclo vaccinale è completo dopo due dosi, sappiamo che dopo due dosi la protezione rispetto al ricovero in TI e alla morte è superiore al 95%. La terza dose va tenuta come un effetto booster al di fuori del ciclo vaccinale per i soggetti a rischio», ha rimarcato poco dopo Luca Richeldi, per poi sottolineare l’importanza della vaccinazione: «Altri Paesi che hanno aperto prima di noi hanno decine di migliaia di nuovi casi tutti i giorni ma tendono a mantenere il numero di morti e ricoveri molto basso. Non ci importa il numero di positivi, ma quanto queste infezioni si riflettono in episodi clinici che possono portare a rischio la vita delle persone: infatti negli ospedali abbiamo quasi solo persone non vaccinate».