L’emergenza coronavirus è tutt’altro che alle spalle e c’è il rischio di ricommettere alcuni errori madornali: questo è il giudizio di Luca Ricolfi, che è intervenuto sul tema con un lungo editoriale su Il Messaggero. Dopo aver ricordato il peggioramento della curva dei contagi e l’aumento di ricoverati dell’ultima settimana, il sociologo ha messo in rilievo il buon comportamento degli italiani, ribadendo che però non può risultare sufficiente per prevenire un nuovo ritorno di fiamma del Covid-19.
Ciò che risulta fondamentale è «che il virus circoli a lungo sottotraccia, senza che ci accorgiamo che il numero di contagiati sta crescendo vertiginosamente, salvo poi – d’improvviso – ritrovarci con gli ospedali ingorgati e le terapie intensive piene». E il Ricolfi-pensiero è che non stiamo facendo tutto il possibile per evitare che la situazione sfugga di mano, invocando il rischio di ripetere alcuni errori già commessi all’inizio dell’epidemia, alla fine di febbraio.
LUCA RICOLFI: “”
Luca Ricolfi ha affermato che il primo errore commesso all’inizio dell’epidemia fu minimizzare la gravità della situazione per non danneggiare il settore turistico – «Ve lo ricordate Luigi Di Maio che, in piena emergenza sanitaria, dichiara che “l’Italia è un Paese sicuro”, e che il problema riguarda solo lo 0,1% dei comuni italiani? E Walter Ricciardi, fresco di nomina a consigliere del ministro della Sanità, che critica il Veneto per i troppi tamponi, e pare preoccuparsi solo dell’immagine dell’Italia all’estero?» – mentre il secondo errore fu «di non bloccare i voli indiretti dalla Cina, e persino di incoraggiare i contatti con la comunità cinese (scuole e ristoranti), il tutto in ossequio al sacro terrore di apparire razzisti, discriminatori, o politicamente scorretti».
L’opinione del sociologo è che l’Italia – e dunque il suo Governo – stia ripetendo gli stessi errori, basti pensare alla riapertura dei voli alla maggior parte dei Paesi ricchi o alla gestione dell’emergenza migranti, con i continui sbarchi degli ultimi giorni. L’errore clamoroso è «un’epidemia, ossia un problema sanitario, facendosi guidare dalle preoccupazioni ideologiche anziché dell’imperativo di tutelare la salute dei cittadini», secondo Luca Ricolfi, che ha poi ricordato i vari focolai registrati presso le varie comunità straniere.
E il giudizio in prospettiva è tutt’altro che fiducioso: «La priorità degli attuali governanti non è risolvere il problema dei flussi migratori, ma è marcare la discontinuità con il governo precedente, ripristinando la politica dell’accoglienza, cancellando i decreti sicurezza, mandando a processo chi li aveva concepiti. Che tutto ciò possa avere un prezzo, in termini di salute pubblica, di coesione sociale, se non di democrazia (come temeva Marco Minniti), a loro non sembra importare molto. Speriamo solo che, a pagare il conto finale, non siano chiamati i cittadini italiani, quando l’epidemia dovesse rialzare la testa».