La contrapposizione tra pro-vaccini e no vax ha contribuito alla nascita di un fenomeno che Luca Ricolfi definisce «anarchia del pensiero». Così accade che Giorgia Meloni sul Green pass la pensa come il filosofo Massimo Cacciari, mentre Matteo Salvini sembra pensarla come il capo della Cgil Maurizio Landini riguardo l’eventualità dell’obbligo di vaccinazione per i lavoratori. Ma ciò non deve sorprendere per il sociologo, presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. «Le società democratiche sono per loro natura iper-pluraliste», scrive su Il Messaggero. Il problema però è un altro e riguarda la comprensione del coronavirus e della pandemia Covid. I margini di incertezza sono molti forti, così proliferano credenze false e tesi tendenziose. Il fatto che ne siano responsabili anche autorità politiche e mass media è grave.
Quello a cui assistiamo, spiega Luca Ricolfi, «è la diffusione, anche da parte delle autorità politiche e dei mass media, di informazioni poco chiare, ambigue, fuorvianti, talora semplicemente false». Di conseguenza, non c’è «un minimo comune denominatore di informazioni condivise da tutti o, perlomeno, dalla stragrande maggioranza della popolazione».
“CON VERITÀ PERDE APPEAL CAMPAGNA VACCINALE?”
Luca Ricolfi fa tre esempi. Parte dal rischio contagio per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. «Perché così raramente viene detta la verità, e cioè che il vaccino protegge dall’infezione molto meno di quanto protegga dalla morte o dall’ospedalizzazione? Fondamentalmente perché pensare di essere invulnerabili è rassicurante (per i vaccinati)». Ma Il politologo ritiene anche che le autorità politico-sanitarie ritengono che esaltare le virtù del vaccino favorisca la campagna vaccinale e la ripresa dell’economia, col rischio però che i vaccinati abbassino la guardia. L’altra questione riguarda il rischio che gli immunizzati contagino gli altri. La comunità scientifica è stata netta e chiara nel rispondere in maniera affermativa, ma il premier Mario Draghi ha detto il contrario. «Forse il retropensiero è che se si dicesse verità (anche i vaccinati possono contagiare) la distinzione fra i buoni (vaccinati) e i cattivi (non vaccinati) sarebbe meno netta, e la campagna vaccinale rischierebbe di perdere appeal», spiega Luca Ricolfi su Il Messaggero.
“BASTA DEMONIZZARE I DUBBIOSI”
Luca Ricolfi affronta poi la questione dell’immunità di gregge, visto che molti politici ritengono che sia vicina, così come alcuni giornalisti. «Per qualsiasi epidemiologo dotato di una calcolatrice da tavolo è evidente che, con la variante delta e i vaccini attuali (che non sono sterilizzanti) è praticamente impossibile». Per essere ancor più chiaro, spiega che se R0 è vicino a 7, allora «si dovrebbe vaccinare con vaccini sterilizzanti (che non abbiamo) almeno l’85% della popolazione, obiettivo chiaramente irraggiungibile senza un vaccino per i bambini e senza obbligo vaccinale». Anche in questo caso vengono diffuse false informazioni con l’obiettivo di rassicurare le persone. Ma il timore di Ricolfi è che «forse il governo, sulla gestione dell’epidemia, si è già rassegnato a ripetere il film dell’anno scorso, quando il governo Conte scelse di non intervenire durante l’estate e di non preparare in alcun modo il rientro dalle vacanze». In effetti, la situazione non è cambiata: ci sono ancora problemi di tracciamento, le scuole non sono state messe in sicurezza e i trasporti non sono stati potenziati. La differenza rispetto all’estate scorsa è che abbiamo il vaccino. Per questo per Ricolfi è molto importante che smetterla di «demonizzare i dubbiosi e diffondere incertezza con informazioni false, incomplete, distorte, ambigue». Un’informazione migliore potrebbe essere invece l’arma vincente con gli indecisi.